Glamour | Workshop 7

E rieccoci all'appuntamento con il mio consueto workshop annuale (stavolta è quello del 2011).

Luogo: una cascina alle porte di Milano. Una cascina vera, dove coltivano i campi, non un agriturismo di lusso. Abbiamo sfruttato il portico (con trattore), le classiche balle di fieno e un locale vuoto e parecchio diroccato in cui entrava una luce magnifica. Era luglio per cui giornata calda e luminosa.

Modella: la solita bellezza dell'est, devo dire stavolta un po' diversa dal solito. Vagamente somigliante a Edwige Fenech da giovane secondo alcuni dei partecipanti.

Tecnica: nulla di particolare, solo luce naturale e un pannello riflettente, nessuna luce artificiale. Ho riutilizzato il 70-300 che in questo caso, dati gli ampi spazi a disposizione, si è rivelato più che adeguato.

Non un workshop memorabile ma qualche bello scatto lo si porta sempre a casa.

L'album è qui: http://donnifoto.zenfolio.com/ws7

Mentre l'album con qualche foto in più per gli amici intimi è qui: http://donnifoto.zenfolio.com/gws7

Oppure come al solito potete vedere lo slideshow direttamente qui sotto.

Sicc sicc... Chiatt chiatt...

"La cucina greca assomiglia un po' a quella napoletana." "E' vero, ma cumm'è che loro sono tutti sicc sicc e noi invece siamo tutti chiatt chiatt..."

"Una settimana a cà è come due giorni a Capri..."

"Io sono 33 anni che lavoro per uno studio legale... mai vista una busta paga..."
Signora Luisa da Napoli (incontrata su una spiaggia greca)

SBK Monza 2013

Quando non ci pensavo neanche più, è successo. Sono andato a Monza a vedere una gara. Può sembrare strano, dato che abito a pochi km, ma non avevo mai messo piede nell'Autodromo di Monza in vita mia (anzi una volta sì, ma per un evento aziendale, e non c'era nessuna gara, per cui non conta). Ho visto la Superbike, categoria che tra l'altro ho seguito pochissimo negli ultimi anni.

Tramite un conoscente di mio fratello abbiamo avuto due pass per tutto il fine settimana (tutti e 3 i giorni) con accesso paddock e pit walk sia sabato che domenica (e anche il parcheggio interno). Un bel lusso, non c'è che dire. Mille altre persone li avrebbero meritati più di me, ma che ci volete fare, stavolta la bottarella di culo è arrivata al sottoscritto.

Devo dire che è stato molto divertente, con dei distinguo. Le prove e la gara, come sospettavo, sono quasi noiose. Sei in un punto fisso e vedi i piloti passare davanti a te per pochi secondi, nello stesso modo giro dopo giro. Inoltre se non c'è un maxischermo in vista, praticamente non sai quello che succede. Però sentire i motori rombare, e vedere dal vivo la velocità a cui vanno, a cui frenano, e a cui cambiano è impressionante, e la prima cosa che ti viene in mente è "ma questi non sono normali". Ma del resto lo sapevi anche prima, i piloti sono tutti un po' matti e se non lo fossero non potrebbero fare quel mestiere.

Girare per il paddock invece mi è piaciuto molto. Probabilmente è merito anche dell'ambiente SBK che è molto rilassato, incontri piloti e personaggi più o meno famosi senza troppi problemi e senza troppe menate da parte loro. In MotoGP o Formula 1 non credo sia lo stesso. E poi, che ve lo dico a fare, c'è un sacco di gnocca...

Ovviamente la mia percezione è distorta dal fatto che per me era tutto gratis, avessi dovuto pagare una cifra considerevole probabilmente il mio giudizio sarebbe differente. Ero convinto che in TV la vedi meglio, e l'esperienza ha confermato. Diciamo che per una volta vale la pena. Comunque stando lì la sensazione è che in pochi abbiano pagato, se consideriamo il numero di sponsor e il fatto che ognuno regala pass ai propri ospiti.

Non potevo esimermi dal provare a fare qualche foto. Montato il fido 70-300, ho capito subito perché i fotografi a bordo pista hanno tutti degli obiettivi dal 500mm in sù. Anche alla focale massima, che sulla mia macchina diventa 460mm, ero comunque troppo lontano. E poi c'è il problema di inquadrare, a quella focale e alla velocità a cui si spostano le moto è difficilissimo. Ho iniziato all'Ascari, con il vecchio trucco della messa a fuoco manuale preventiva; in pratica metti a fuoco un punto e aspetti che il soggetto passi di lì. Così ho fatto, partendo con 1/1000s e diaframma tutto aperto. Quando sentivo il rumore arrivare a un certo livello, iniziavo a scattare a raffica. Però mi sono accorto subito di due problemi: 1/1000s non è abbastanza per fermare il movimento di un soggetto ad alta velocità e con una focale lunga, e il diaframma tutto aperto fa sì che la profondità di campo sia ridottissima, talmente ridotta che la moto in piega non era tutta a fuoco. Sono perciò passato a 1/2000s e f/9, dovendo alzare l'ISO a 800-1000 nonostante fossimo in pieno sole. Così i risultati sono migliorati molto.

Alla prima variante, che le moto fanno relativamente piano, ho usato le stesse impostazioni ma con il fuoco continuo, e devo dire che i risultati mi hanno stupito, alcuni scatti sono davvero nitidi. Sempre troppo lontano comunque, per cui in postproduzione ho dovuto ritagliarle tutte.

Questo post è già troppo lungo per cui spazio alle immagini; l'album è qui: http://donnifoto.zenfolio.com/sbkmonza2013

E qui sotto trovate il solito slideshow.


Trova le differenze

Avete presente quel simpatico gioco sulle riviste di enigmistica, quello in cui ci sono due disegni affiancati e dovete trovare un certo numero di piccole differenze tra uno e l'altro? Ecco, provateci con i due biglietti della metro che trovate qui a fianco (lasciate stare l'aspetto grafico).

Per andare da dove abito a Milano o viceversa, prendo il biglietto da 1,95 euro. Di solito li prendo all'edicola, ma stavolta trovandomi in una delle nuovissime stazioni della Metro 5 (che sembra il deserto dei tartari) li ho presi alla macchinetta. Seleziono il biglietto da 1,95, metto le monete, e via. Non lo uso subito, mi servirà per il ritorno (per l'andata essendo già a Milano basta il biglietto urbano da 1,50).

Al ritorno, devo prendere un autobus e poi la metro. Salgo sull'autobus, vado per timbrare il mio biglietto, e l'obliteratrice emette quel suono cupo da quiz televisivo quando il concorrente sbaglia la risposta da un miliardo di euro. Boh... non sto a pensarci più di tanto, devo fare solo due fermate. Entro in metro, e qui il biglietto viene accettato. La macchinetta dell'autobus avrà avuto le sue paturnie, penso.

Arrivo a destinazione, e devo convalidare il biglietto anche all'uscita. Di nuovo il suono cupo e antipatico. Luce rossa. Vado dall'omino nel gabbiotto. Ho sempre paura quando devo chiedere all'omino nel gabbiotto, non sai mai se troverai quello gentile o quello che ti fulmina con lo sguardo mentre telepaticamente ti comunica "che cazzo vuoi non lo vedi che non sto facendo un cazzo come cazzo ti permetti di interrompere il mio non fare un cazzo". Sono fortunato, c'è quello gentile.

"Scusi, non mi fa uscire..." e faccio vedere il biglietto.

"Dove è salito?"

"Ad Affori..."

"Ah ecco perché... ha sbagliato biglietto. Questo è l'interurbano 1+1/2, invece ci vuole il cumulativo U+1/2"

"Eh?" (non ho la forza di reagire, la rivelazione di aver sbagliato biglietto dopo 30 anni che prendo la metro è come un pugno nello stomaco)

"Comunque costano uguali... vada vada" e mi apre il cancelletto.

Ma porc... prendo la metro da una vita e scopro solo adesso questa cosa? Ma poi, qual'è la differenza tra interurbano e cumulativo?

Vediamo cosa dice il sito.

"Biglietti interurbani: Questi documenti di viaggio ti permettono di muoverti sulle linee interurbane tra Milano e le località dell'hinterland e viceversa oppure soltanto tra queste."

Esattamente quello che ho fatto, mi sono spostato tra Milano e l'hinterland. Quindi? Poi più avanti c'è scritto: "Se oltre alla rete interurbana utilizzi anche la rete urbana di Milano, devi acquistare un documento di viaggio cumulativo."

Uhm... quindi come faccio ad andare dall'hinterland a Milano senza usare la rete urbana di Milano? Non capisco.

Più avanti ancora c'è scritto che il biglietto interurbano vale solo su alcuni tratti della metropolitana. Adesso ho capito.

"Biglietti cumulativi: Questi documenti di viaggio ti permettono di spostarti tra Milano e le località dell'hinterland, utilizzando la rete urbana e interurbana ATM."

Certo non mi sembra il massimo della chiarezza, sicuramente il tutto potrebbe essere semplificato. Anche adesso non ho ben capito in quale caso dovrei usare uno o l'altro. Vedrò per il futuro di ricordarmi di prendere il biglietto cumulativo U+1/2... oppure chiederò direttamente all'edicolante il biglietto giusto :-)

Cioè, ti rendi conto...

"Goditela, perché la vita è breve. Lo dice Epicuro, no?

Beh non è esattamente...

Non fare il secchione, il senso è questo, dai... Ma noi, ce la stiamo godendo?

Sinceramente io non me lo chiedo più.

E neanch'io, porca miseria. Cioè, ti rendi conto... A 18 anni siamo dei ragazzini e ci interroghiamo sul senso della vita... a 40 non ce ne frega più un cazzo!"
Luisa e Lorenzo - Immaturi

Ritratti | Manuela

Proseguono i tentativi di ritratto ad amici e conoscenti che gentilmente si prestano a posare. Questa volta la (s)fortunata è Manuela, che si è prestata vestendosi con gli abiti di scena che utilizza durante le sue esibizioni. Infatti Manuela è una bravissima ballerina di danza del ventre, e da lì è venuto lo spunto per questi scatti.

l'idea iniziale era quella di creare un'ambientazione arabeggiante, tipo Mille e una notte, tutta cuscini, broccati e veli, ma... non abbiamo trovato nulla di tutto ciò. La seconda idea era quella di fare foto con il soggetto in movimento, per rendere appunto l'idea della danza. Ma non avevamo abbastanza spazio (pregasi leggere senza interpretazioni, capito V.? Lo sai che ho apprezzato...).

Alla fine ho dovuto optare per dei ritratti statici, di cui però sono abbastanza soddisfatto. Manuela ha indossato un bellissimo vestito verde e un paio di veli. Ho usato principalmente la luce naturale che entrava dalla porta finestra, e solo quando questa non era più sufficiente ho usato anche un faretto. Purtroppo ho commesso l'errore fatale di non bilanciare il bianco in modalità custom, fidandomi di una precedente impostazione che si è rivelata sbagliata. Ho cercato di sistemare il tutto in postproduzione, e il risultato pur essendo buono non è perfetto.

Lezioni imparate:

- bilanciare sempre il bianco
- una donna come assistente ha molto più occhio di un uomo per i dettagli (grazie L. !)
- devo migliorare nella direzione della modella

Comunque è stata una giornata più che piacevole, e Manuela e le "assistenti" alla fine si sono anche divertite. E questo è quello che conta. Grazie a tutti (anzi a tutte!).

L'album è qui: http://donnifoto.zenfolio.com/manuela


Reset (ignorante)

Vedo un film, c'è una scena con i computer e penso: che stronzata.
Mangio al Mac e penso a come è stata prodotta quella carne.
Mangio sushi e penso all'anisakis e al tonno che si sta estinguendo.
Faccio benzina e penso a Syriana.
Prendo l'ascensore e penso: potevo andare a piedi e non inquinare.
Sento i finti ecologisti dire "perché non mettiamo pannelli solari dappertutto" e sorrido.
Compro una maglietta made in Bangladesh e penso che chi l'ha fatta prende una miseria e a me la vendono a 50 euro.
Prendo l'aereo e penso a quanti difetti ci sono nella progettazione, e a quanti bug contiene il software che lo governa.
Guardo la foto di una gnocca e penso a come sono state messe le luci.
Guardo il monitor e cerco di capire se è calibrato.

Devo resettarmi il cervello (era meglio essere ignorante).

English conversation

"Com'è la cucina inglese?" "Non esiste" (poi ci pensa un attimo) "Thailandese"

"Ma non va il cell in metro, siete indietro..." "Perché dici siete? Non mi associare a questo posto..."

"Se a 25 anni non hai ancora raggiunto una tua maturità gastronomica..."

"Mamma che nervoso... voglio dare fuoco a tutto e a tutti!"
E.L.

Facebook 2033

Nel 2013 Facebook ha superato il miliardo di utenti.

Nel 2015 Mark Zuckerberg ha venduto il 60% del pacchetto azionario al governo americano, per 21 miliardi di dollari. Si dice che sia stato costretto a farlo, dato che Facebook ormai era diventato un asset strategico per gli Stati Uniti. Per lui fu quasi una liberazione, non ce la faceva più a gestire quella sua creatura ormai cresciuta oltre le sue capacità. Regalò il 90% dei suoi soldi alla fondazione di Bill Gates (chi lo avrebbe detto?) e si ritirò a vivere alle Hawaii, nella villa che era stata il set di un vecchio telefilm anni 80, Magnum P.I.

Nel 2016 era stato reso obbligatorio fornire un documento d'identità per registrarsi. Lo stesso hanno dovuto fare tutti gli utenti già registrati. Anche quelli fuori dagli USA. Fine degli account anonimi o di fantasia.

Nel 2017 a ogni cittadino americano è stato assegnato di default un account. Neonati compresi.

Nel 2018 il governo ha reso obbligatorio l'uso dell'account Facebook per tutte le comunicazioni ufficiali. Tasse, certificati, iscrizioni, scuola, questioni legali, sanità, tutto doveva essere fatto tramite Facebook.

Nel frattempo, blog, forum, siti aziendali, tutto stava sparendo, tutto stava confluendo in Facebook. Non aveva più senso essere fuori da Facebook. Ciò che era fuori da Facebook non esisteva. Il Web come lo avevamo conosciuto iniziò quell'anno il suo declino.

Nel 2019 un altro evento storico: per la prima volta le elezioni degli Stati Uniti si svolsero votando su Facebook. Ci fu qualche problemino, ma che volete farci, la democrazia digitale ha il suo prezzo.

Nel 2020 erano cominciate le grandi fusioni. Prima tra i social network. Facebook aveva acquistato Instagram molti anni prima. Quell'anno si fuse con Twitter e Pinterest. Nel frattempo Google aveva gettato la spugna e chiuso Google+, nonostante tutti i tentativi di promuoverlo durati anni. Competere era ormai senza senso.

Nel 2021 c'è stata un'altra fusione gigantesca: Facebook e Amazon si sono unite. In questo modo l'immenso store di Amazon è finito dentro Facebook, e l'immensa base sociale (suggerimenti, commenti, like, condivisioni) è stata applicata agli oggetti in vendita. Ovvio, a ben pensare. Strano non l'avessero fatto prima.

Questo scatenò una corsa alla fusione con moltissimi altri siti; per la fine del 2023, anche Expedia, Booking, Tripadvisor, Netflix e molti altri si erano fusi con Facebook. Persino molte banche e compagnie telefoniche, chiudendo così il cerchio tra comunicazioni, merci e pagamento delle stesse.

Il suo potere era ormai immenso, e controllava da solo l'86% del traffico mondiale. E la quasi totalità delle informazioni prodotte. Non solo, ma il governo, con la solita scusa del terrorismo, aveva reso legale il data mining massivo di ogni tipo di informazione. Nel 2023 sia la CIA che l'NSA avevano collegato direttamente i loro data center con Facebook, creando il più grande database mai concepito. E anche il nome Facebook andava sparendo, la gente non diceva più "vado su Facebook" ma "vado in Rete". Quando una cosa è dappertutto, non ha più senso nominarla.

Nel frattempo però, qualcuno cominciava a non poterne più. Qualcuno cominciava a provare sentimenti di fastidio, per usare un eufemismo,  verso questo grande fratello onnipresente. Qualcuno cominciava a riaprire gli occhi. Piccoli gruppi disorganizzati, che tornavano a popolare l'underground digitale. Reti parallele, darknet, protocolli peer to peer e decentralizzati ebbero una nuova primavera. Alcuni si spinsero perfino a utilizzare Facebook stesso per queste attività. Facebook era ormai il sistema nervoso del mondo.

Quest'era di oscurità digitale durò per un po'. Finché, nel 2029, arrivò lui. Si faceva chiamare Neo, per ovvi motivi. Diede una guida. Fece vedere la luce a quella massa di disperati che finora aveva solo fatto il solletico al mostro. Sotto il suo comando, iniziò la vera e propria lotta. Prima solo digitale, utilizzando ogni arma virtuale disponibile. Virus polimorfi, worm, bombe logiche, attacchi DDoS, ogni mezzo fu tentato. Poi si passò anche al mondo reale. Gli attentati ai data center da isolati, divennero sempre più frequenti. Qualche vittoria fu messa a segno, ma scalfì solo marginalmente l'immenso monolite. Ormai era troppo grande, ramificato ovunque, e totalmente distribuito e replicato. Non c'era nessuna testa da tagliare, nessun cuore da colpire.

Ma la gente non capiva. Non capiva perché qualcuno volesse lottare contro un sistema che non veniva percepito dalla massa come totalitario. I cyber-ribelli furono assimilati a terroristi, e come tali trattati. La repressione, virtuale e reale, fu durissima. Il governo schierò l'esercito a difesa degli immensi data center. Nel 2031 qualunque attività di rete al di fuori del sistema venne dichiarata illegale. Stessa sorte per la crittografia, che venne totalmente proibita ad esclusione di protocolli e chiavi autorizzate dal governo. Quasi tutti i gruppi che avevano cercato di opporsi vennero eliminati.

Neo sparì, e di fatto questo fu l'inizio della fine. Nel 2033, dopo due anni di latitanza passati da ricercato numero uno tra Hong Kong, Singapore e Kuala Lumpur, venne trovato morto in uno slum di Bombay. Le circostanze della morte non furono mai chiarite. Omicidio, o suicidio, non si seppe mai. Questo segnò la sconfitta definitiva. L'oscurità divenne tenebre.


 

Opzioni

Io: "Allora, abbiamo tre opzioni..."

D.M.: "Sentiamo..."

"Opzione uno, andiamo a pranzo con P. "

"OK."

"Opzione due, andiamo a pranzo con C. "

"E chi è?"

"Una mia amica che lavora qui vicino. Opzione tre..."

"Facciamo gli spadaccini."

"Esatto. Quale delle tre opzioni succederà?"

"La terza ovviamente."

Osservazioni

Era da un po' che non andavo in metropolitana per più di qualche giorno consecutivo. Devo dire che non mi dispiace. Innanzitutto guadagno tempo attivo (posso leggere), e chi mi conosce sa che mi è sempre piaciuto osservare la gente. E cosa c'è di meglio di una brulicante metro per cogliere le nuove tendenze?

Ecco le new entry 2013:

C'è più gnocca di quel che ricordassi. O forse sono io che sono diventato di bocca buona.

I leggins sono all'apice. E alcuni non lasciano molto spazio all'immaginazione. Buon per noi.

Borse da donna: sta forse tornando di moda il color ceruleo? Bisognerebbe chiederlo a Miranda...

Borse da donna usate dagli uomini: ne ho visti un paio, vestiti molto eleganti, con delle enormi borse da donna... Li ho anche sentiti parlare, e questo ha chiarito i miei dubbi.

Smartphone e tablet a profusione. Non siamo ai livelli di Hong Kong 2011 ma ci stiamo avvicinando...

E-book reader: diffusi anche questi... più di quello che credessi.

Ragazze con occhialoni da nerd: suvvia ragazze, fateci vedere i vostri begli occhioni, non vi serve un paio di occhiali per darvi un tono...

Suonatori ambulanti: ecco l'unica cosa che non è cambiata...

Glamour | Workshop 6

Donnifoto: Workshop 6Ho dovuto approfittare di un periodo di malattia per riuscire finalmente a completare la selezione e il ritocco delle foto del workshop che ho fatto nel 2010 (si lo so che sono passati 3 anni...). E' stato davvero un bel workshop, sia per la location che per le modelle (e anche per il successivo pranzo tutti insieme in un bel ristorante).

La location era una splendida villa d'epoca sul fiume Ticino, e c'erano tantissimi ambienti, molto grandi, sfruttabili sia all'interno che all'esterno. C'era anche una zona con dei macchinari antichi che erano stati lasciati lì (in passato se non ho capito male una parte era stata utilizzata come fabbrica), e che abbiamo prontamente utilizzato.

Le modelle erano tre, molto diverse tra loro ma tutte molto brave nel posare e nell'assecondare i nostri suggerimenti.

Abbiamo sfruttato sempre e solo la luce naturale che entrava dalle ampie finestre, e ho provato a fare un po' di low key che non so se si può proprio definire tale. Diciamo che essendo lo sfondo scuro e il vestito della modella anche, ho provato ad abbassare un po' l'esposizione e vedere cosa succedeva.

Sono molto soddisfatto degli scatti che ho portato a casa, proprio per il tipo di luce, sempre morbida e diffusa. Spero piacciano anche a voi.

Al solito la gallery è qui: http://donnifoto.zenfolio.com/ws6

La gallery "estesa" è qui: http://donnifoto.zenfolio.com/gws6

Oppure, potete vedere direttamente lo slideshow qui sotto:


Piccolo mondo

Ormai sono passati più di tre anni dalla mia visita in Giappone, e la voglia di tornarci è sempre presente. La giapponesite non se ne va (e ormai credo che non se ne andrà per molto tempo). Del resto non sono l'unico ad avere la saudade, e non potrei descrivere meglio le mie sensazioni di questo post di un altro malinconico come me.

Si, Tokyo ci manca, con le sue insegne infinite, il cielo iridescente, i grattacieli e le casette di legno, il suo essere indefinita e concreta allo stesso tempo.

Già vi avevo raccontato dell'incontro casuale che avevo avuto con un amico in cima al grattacielo del Tokyo Metropolitan Government Building. Quell'episodio era stato abbastanza incredibile. Ultimamente me ne è successo un altro, seppure virtuale.

L'autore del post di cui sopra è anche un avido ricercatore di blog sul Giappone, e ogni tanto trova delle chicche davvero interessanti, che prontamente condivide con me. L'ultima sua scoperta è ShootTokyo, il blog di un occidentale che vive e lavora nella capitale giapponese, ed è anche appassionato di fotografia.

Scorrendo tra i suoi ultimi post vedo una faccia e un luogo che riconosco immediatamente. Sono foto di un ristorante, Pintokona, dove anche io sono stato, e ben due volte (ci era piaciuto così tanto la prima volta che ci siamo tornati apposta). Dopo aver mangiato dell'ottimo sushi, avevo chiesto al maestro se potevo fargli una foto, e lui aveva gentilmente acconsentito.

Questa è la foto di ShootTokyo (è la sesta dall'alto nel post):


E questa è la mia, fatta nel 2009:


Che dite, è la stessa persona? In una città di più di 35 milioni di abitanti e decine di migliaia di ristoranti, abbiamo fotografato la stessa persona?

Ah come mi piacerebbe sedermi ancora a quel bancone...

TVTB, IMHO, ROTFL


"I computer avrebbero dovuto renderci liberi, democratizzarci, invece sono diventati delle macchine da sega a 4 cifre e oltretutto la gente invece di parlarsi manda sms, niente punteggiatura, niente grammatica: TVTB, IMHO, ROTFL. Un branco di imbecilli che pseudocomunicano con un branco di altri imbecilli."

Hank Moody - Californication - Stagione 1 - Episodio 5

Ruttismo

Quest'estate sono stato a Gran Canaria. Bella isola, davvero bella. Come tutti i posti in Spagna, anche qui il nudismo è largamente praticato e tollerato.

Ma quali sono le sue motivazioni? Ho fatto qualche ricerca, utilizzando sempre l'ormai insostituibile Wikipedia, e ho scoperto che esiste una distinzione tra naturismo e nudismo.

Secondo la definizione di Wikipedia, "Il naturismo è un movimento che si propone di promuovere un contatto diretto con la natura privo di artificiosità e convenzioni sociali, partendo dal rispetto verso le persone, per arrivare al rispetto degli animali e dell'ambiente attraverso uno stile di vita che vede la nudità come logica conseguenza del proprio modo di essere interiore. Un naturista ha una vita sana, si alimenta con prodotti naturali, pratica attività sportiva all'aria aperta e il suo stare nudo ha una componente sociale, che infatti realizza sia in spazi privati sia in spazi pubblici. I naturisti pensano che la nudità non sia né degradante, né immorale, né indecente, argomentando che essa è uno stato naturale poiché l'essere umano è nato nudo.

Il nudismo invece è inteso più propriamente come la semplice pratica del nudo, anche se spesso viene confuso con il naturismo. Viene praticato prevalentemente in zone balneari, senza particolari convinzioni legate al rispetto della natura o a una vita sana. In questo senso quindi si può dire che essere un naturista implica essere anche un nudista mentre il contrario non è necessariamente vero."


Alcuni passaggi mi hanno fatto riflettere. "Privo di artificiosità e convenzioni sociali". In effetti l'indossare vestiti, oltre ad avere una funzione pratica (per es. ripararasi dal freddo) ha soprattutto una funzione sociale. Andare in giro nudi non è socialmente accettato, altrimenti lo faremmo tutti. Ovviamente i naturisti non la pensano così.

"I naturisti pensano che la nudità non sia né degradante, né immorale, né indecente, argomentando che essa è uno stato naturale poiché l'essere umano è nato nudo". Ineccepibile direi. Però ci sono tante altre cose che sono naturali tanto quanto l'essere nudi. Per esempio rutti e scoreggie. Anche questi fanno parte della natura umana ma non sono socialmente accettati.

Si potrà obiettare che nella succitata definizione si parla anche di "rispetto verso le persone, per arrivare al rispetto degli animali e dell'ambiente". Però la sensibilità relativamente a tale rispetto non può che essere soggettiva, in quanto quello che è accettabile per alcuni può non esserlo per altri.

Nello specifico, se l'effetto della flatulenza è quasi universalmente considerato sgradevole per chi si trova nelle vicinanze, il rutto produce solo un effetto sonoro (a meno di essere proprio a pochissimi centimetri dall'eruttante).

E quindi, vi starete chiedendo, sei contro i naturisti o a favore dei rutti? I naturisti mi sono simpatici, per cui sono sicuramente a favore dei rutti. Anzi, mi faccio promotore di un nuovo movimento che potremmo battezzare come "ruttismo".

Il manifesto potrebbe quindi essere:

"Il ruttismo è un movimento che si propone di promuovere un comportamento privo di artificiosità e convenzioni sociali, partendo dal rispetto verso le persone, per arrivare al rispetto degli animali e dell'ambiente attraverso uno stile di vita che vede il rutto come logica conseguenza del proprio modo di essere interiore. Un ruttista ha una vita sana, si alimenta con prodotti naturali (atti a favorire il rutto), pratica attività sportiva all'aria aperta e il suo ruttare ha una componente sociale, che infatti realizza sia in spazi privati sia in spazi pubblici. I ruttisti pensano che il rutto non sia né degradante, né immorale, né indecente, argomentando che esso è uno stato naturale poiché l'essere umano è nato ruttando".

Concludo con l'immancabile citazione: "Ah non te l'avevo detto? Io, qua, rutto..."

Ho fatto

Ho visto tutta la prima serie di Californication, che stazionava da un anno sotto forma di cofanetto dvd (gentilmente prestato) di fianco al lettore. Bella serie. Di più, geniale. Hank Moody idolo.

Ho parlato con un mio vecchio e caro amico, che è buddista. Ogni volta mi fa capire che devo fare qualcosa.

Ho usato subito i regali ricevuti per compleanno e Natale. Uno Swatch, una cintura, un tablet. Che c'è di strano? Di solito non lo faccio.

Ho aperto un regalo preso tre anni e mezzo fa in Giappone, per una persona a cui non l'ho mai dato. Non mi ricordavo neanche come fosse fatto. Meglio, adoro le sorprese.

Ho visto su MTV Storytellers con Taylor Swift. Quasi quasi è anche bravina.

Ho visto un bellissimo documentario sulla storia delle ricerche sul DNA. Davvero affascinante. Lo sapete che il 98% del nostro DNA ancora non sappiamo a cosa serve?

Ho finito un libro di fotografia che avevo lasciato a metà. Mi è piaciuto, anche se c'era un sacco di fuffa.

Ho giocato un po' con il Nexus 7. Mi piace.

Ho provato Photoshop CS6. Fantascientifico. Il programma più bello del mondo.

Non ho avuto il coraggio di pulire il telo nero dai peli del gatto.

Ho lavorato su un po' di foto. Ma non su quelle.

Ho letto un paio di vecchi numeri di Internazionale. Grande rivista.

Ho mangiato. Troppo.

Ho buttato un po' di cose. Sempre troppo poche.

Ho studiato per gli investimenti futuri. Mah, più studio e meno mi sembra di saperne.

Ho fatto altre cose. Che adesso non ricordo.