Qualcosa è cambiato

Qualche tempo fa sono andato a vedere "The social network", il film che racconta la storia di Mark Zuckerberg e della nascita di Facebook. Avevo letto solo recensioni con lodi sperticate, ed ero curioso. E' un bel film, gradevole e ben fatto, anche se a parer mio non è nulla di eccezionale. Nello stesso periodo, ho risentito un cliente con cui non lavoravo da molto tempo, e che io prendevo bonariamente in giro sostenendo che è il sosia di John Gilmore.

Ma chi è John Gilmore, e cosa ha a che fare con il film su Facebook? Nulla, ma mi è venuto naturale accostare le due cose per il motivo che adesso vi spiego.

John Gilmore è uno dei personaggi mitici del mondo IT anni 90 e dei primissimi anni del boom di Internet. Solo per ricordare alcune delle sue attività, è stato uno dei fondatori della Electronic Frontier Foundation, della mailing list Cypherpunks, un grande sostenitore del progetto GNU e dell'uso della cifratura, e colui che ha creato la gerarchia alt.* di Usenet. E' stato uno dei primi 5 dipendenti di Sun Microsystems e il coautore del protocollo BOOTP che sarebbe poi diventato il DHCP che tutti noi oggi usiamo.

Il suo sito Toad.com è uno dei 100 domini più vecchi ancora attivi, e ancora oggi ha quel look dei primordi del web, HTML puro e niente orpelli, che vi farà tornare in mente le prime navigate con Mosaic e un modem da 28.8 pagato 300mila lire. Insomma, un personaggio di un certo spessore, un cazzutissimo tecnofreak nonché attivista per le libertà (digitali e non) come ormai ne restano pochi.

Ora, confrontate la foto di Gilmore con quella di Zuckerberg:


Anche tenendo conto della differenza d'età, che dite, i tempi sono cambiati? Gli hacker di ieri erano di un altro calibro. Oggi abbiamo dei ragazzini brufolosi che si inventano siti che solo pochi anni fa non erano neanche concepibili (ok, lo so, Zuckerberg non ha i brufoli ma lo volevo scrivere lo stesso). Tutto cambia e tutto evolve. Come dice qualcuno, purtroppo anche gli anni 60 e il rock anni 70 non ci sono più. Però ce li ricordiamo ancora. E ci ricordiamo ancora di Gilmore, Stallman e Wozniak. Qualcuno si ricorda per esempio di Shawn Fanning? Se probabilmente non sapete chi sia, è il creatore di Napster. Napster è stato fondamentale nel creare un nuovo paradigma, ma il suo fondatore oggi non lo ricorda quasi nessuno. Fra 10 anni ci ricorderemo di Zuckerberg?

Il regalo?

Concludiamo il trittico di post natalizi parlando dei regali, croce e delizia di ogni Natale (e non solo). Non sono uno di quelli che fa regali a venti persone, anzi, forse (colpevolmente) ne ho sempre fatti troppo pochi. Negli ultimi anni ho riscoperto in parte questo piacere, però devono essere regali sentiti, che facciano piacere a chi li riceve ma anche a chi li fa.

Il regalo fatto per obbligo sociale è un incubo. Specialmente se di quella persona ti frega poco o se proprio non sai cosa regalargli. Cominci a pensare agli oggetti più improbabili o banali, per poi scartarli uno a uno mentre la data fatidica si avvicina inesorabile. Alla fine prendi qualcosa di inutile e ti autoassolvi pensando che tanto conta il pensiero.

Il regalo a una persona a cui invece tieni può essere anche peggio. Non vuoi deluderla. In questo caso ho imparato una regola molto semplice (anche se non sempre applicabile): il regalo deve venire da sé. Non devi essere tu a cercarlo, deve essere lui a trovare te. Pensi a quella persona e sai già cosa regalargli. Sai che quella cosa gli piacerebbe tanto, o sai che ne ha bisogno. L'hai sentita dire "mi piacerebbe comprare/fare/andare/vedere" e con nonchalance hai fatto finta di niente. Oppure ti capita per caso di imbatterti in qualcosa e di pensare che piacerebbe proprio a... Ecco, il regalo è venuto da te. Se poi la persona che lo riceve non se lo aspetta, o non c'è nessuna ricorrenza particolare, è ancora più bello. Il regalo perfetto.

Effetto farfalla

Durante queste feste appena finite, si sono raggiunti livelli di traffico mai visti. A partire dal 9 dicembre, subito dopo il ponte dell'Immacolata, e fino al 23 compreso, ho imprecato ogni singolo giorno per andare e tornare dall'ufficio. La tangenziale est di Milano per più giorni è stata congestionata come non mai, alcune sere ben oltre le 21. E lo sapete di chi è la colpa? Delle strade insufficienti? Dell'incremento nella consegna di merci prima di Natale? Del freddo pungente che ha scoraggiato anche i motociclisti più temerari? Del solito incidente (in realtà basta uno che si ferma a cambiare una gomma. Se poi si ferma anche la Polizia, siamo spacciati...)? No. La colpa è mia (e anche di mio fratello).

Avete presente l'effetto farfalla? Cito dalla solita onnipresente Wikipedia: Effetto farfalla è una locuzione che racchiude in sé la nozione maggiormente tecnica di dipendenza sensibile alle condizioni iniziali, presente nella teoria del caos. L'idea è che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.

Da qui la famosa espressione: "Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo".

E dove sarebbe la mia colpa? Semplice. Ho ordinato un libro tre CD da Amazon. Che mi sono stati spediti in due pacchi separati, da due posti diversi, con due corrieri differenti che hanno fatto strade diverse. Mio fratello invece ha ordinato tre LP (sì, esistono ancora, e stanno tornando un po' di moda) e sono stati mandati con tre spedizioni diverse.

E poi mi lamento del traffico. Sono stato io. Il mio ordine ha messo in moto una catena di eventi ineluttabili il cui risultato è stato quello di scatenare un bordello mai visto, e farmi perdere ore seduto in una scatola di metallo. Dovrò ricordarmene la prossima volta.