Fresca e protetta

Avete mai fatto caso che in tutte le pubblicità di assorbenti e roba intima per donne riecheggiano sempre queste due parole? Fresca e protetta.

Adesso io non pretendo di capire, facendo parte dell'altra metà del cielo. Però sul fresca ci posso arrivare anche io. Va bene. Ma il protetta? Protetta da cosa? Da chi? Forse che in quei giorni c'è qualcuno che va in giro a infilzarle o prenderle a bastonate (lo so che qualcuno di voi sarebbe anche contento)? Spiegatemi.

Ho provato a chiedere a Google, inserendo come chiave di ricerca (ovviamente) "fresca e protetta". Tra i primi 10 risultati sono uscite pagine su centri estetici, borse termiche, creme solari per neonati, igiene intima in gravidanza, un albergo a Cervia, cosmetici, come scegliere l'acqua giusta, e una centralina modificata per la Lotus Elise (!). No, non ci siamo.

E l'altro giorno ero con la tv accesa di sottofondo, mentre facevo altro. A un certo punto sento le due parole magiche, alzo lo sguardo aspettandomi la solita pubblicità di una che si lancia col paracadute, e un'altra che mette l'assorbente sulle bocchette di aerazione dello scompartimento del treno (ve la ricordate? ne parlò anche la Littizzetto). E invece no: stavolta è Filippa Lagerback che fa la pubblicità delle cicche. "Perché io voglio sentirmi fresca e protetta anche fuori casa!". Ah si? Certo, la cicca rinfresca l'alito tipo metano (citazione), ma il protetta? Protetta da cosa? Anzi, forse la cicca se non la mangi per i denti è anche meglio...

Un giorno capirò, nel frattempo scusatemi (non ho l'aria condizionata, il caldo di questi giorni mi ha ispirato questi post...).

MI-BO

Non amo molto guidare, e tanto meno quando la strada è tutta dritta per 200km. Come sulla Milano-Bologna, sulla quale rischio di addormentarmi ogni volta. L'unica cosa che mi piace è il fatto che per un lungo tratto la linea ferroviaria dell'alta velocità costeggia l'autostrada, e ogni tanto passa un Frecciarossa. Compare all'improvviso e in pochi secondi sparisce all'orizzonte. Tu stai andando a 130 (velocità Tutor) e lui in pochi attimi ti lascia lì, come se fossi fermo, e se ne va leggiadro fendendo l'aria.

Ovviamente il mio pensiero corre subito agli stupendi Shinkansen giapponesi. Sei lì che passeggi bello tranquillo per Tokyo, come al solito circondato da un dedalo di palazzi, strade, sopraelevate, tunnel, dalla configurazione non sempre chiara al colpo d'occhio. Non sai se su quella sopraelevata passa una strada o dei binari. E all'improvviso compare dal nulla una sagoma bianca, liscia, geometrica. E' uno Shinkansen, magari un N700, che è appena partito o sta arrivando in città. Procede piano, si divincola tra i palazzi, ti passa a fianco silenzioso, pronto a scatenare tutta la sua velocità di lì a pochi minuti. La foto sopra (fonte: http://www.kirainet.com/english/shinkansen-crossing-tokyo) probabilmente dice tutto meglio di queste mie parole.

Che devo fare, la giapponesite non mi passa...

E tu, in che parte della curva sei?

La distribuzione normale, o curva gaussiana, è usata in statistica per descrivere molti fenomeni naturali, che tendono a distribuirsi con una forma a campana intorno a un valore centrale. Che so, pensate all'altezza, al numero di scarpe, al peso, all'intelligenza... Un numero alto di campioni verso il centro e poi via via meno verso le code.

Ovviamente si applica anche ai fenomeni sociali: il periodo di ferie, la frequenza con cui andate al ristorante, quante volte fate sesso, quante volte il bambino si mette a piangere durante la notte (questo parametro è collegato con il precedente!) e via così. In questo caso la definizione non è proprio corretta, in quanto sotto lo zero non si può andare, però rende l'idea... che so, la media è andare al ristorante 4 volte al mese, qualcuno non ci andrà mai (e meno di così è impossibile), qualcuno ci andrà tutti i giorni (e più di così è impossibile), per cui la curva potrebbe essere un po' asimmetrica. Però avete capito.

Ognuno di noi inoltre fa parte di infiniti insiemi: uomini e donne, giovani e vecchi, sposati e non, con figli e non, lavoratori e non, quelli a cui piace la musica e quelli a cui piace solo il rock anni 70, quelli a cui piacciono i film e quelli che guardano solo fantascienza... Infiniti insiemi.

Per cui da un po' mi chiedo: ma io, rispetto a questo insieme X, in che parte della curva sono? Al centro o nelle code? E soprattutto, dove sarebbe meglio stare, al centro (e quindi con la massa) o nelle code (fuori dalla massa)? Dipende dall'insieme, ovviamente (ma ultimamente pendo più dalla parte della massa).

Tutti amiamo pensare di essere unici e di poterci distinguere, ma la verità (dato che la statistica non è un'opinione) è che anche noi (anche io, anche tu) facciamo parte, con buona probabilità, della tanto vituperata massa. Almeno per un tot di insiemi. Adeguati alla massa e vivi felice, mi verrebbe da dire.

Chissà se, paradossalmente, per un numero N di insiemi, la nostra posizione nella curva per ognuno di essi, considerati tutti insieme, a sua volta si distribuisce come una gaussiana...

Siete perplessi? Anche io... (sarà il caldo di questo fine agosto).

Investimenti

"Se ho 2000 euro me li ballo al gratta e vinci..."

F.B. (detto Sciambola)

Giungono voci


"Giungono voci di infiorata con le zucchine..."

Ma sono rimasti tutti a casa?

Avevo già fatto un post sul fatto delle ferie scaglionate 3 anni fa. Ma ogni anno è sempre peggio. Venerdì scorso (5 agosto) non ho trovato posto sotto casa mia. Sarà la crisi, sarà che ormai tutti fanno le ferie da giugno a settembre, ma ormai esclusa la settimana di ferragosto a Milano c'è la stessa gente del resto dell'anno.

Io sinceramente preferivo prima. Tutto il mese la città si svuotava e se restavi te la godevi. Se andavi in ferie fuori periodo, pagavi poco e non c'era folla. Se andavi ad agosto, mettevi  in conto le tue 12 ore per fare Milano-Rimini e pace. Adesso in città c'è casino sempre (e code assicurate), e se vai in ferie a luglio ci trovi quasi più gente che ad agosto. E anche i prezzi ne hanno risentito, ormai tra questi due mesi la differenza di prezzo si è assottigliata.

Chiudo con un bel luogo comune: si stava meglio quando si stava peggio (e non ci sono più le mezze stagioni).