Non ho più vent'anni

Sono anni che, periodicamente, mi trovo ad avere a che fare con le regular expression. E sono anni che puntualmente non le imparo. Perché è uno di quegli argomenti che non puoi imparare in un quarto d'ora leggendo quattro righe su un sito web trovato con Google. Richiedono un minimo di studio formale e di esercizi. È una di quelle cose tipiche da università. E non ho più voglia di mettermi lì a leggere pagine e pagine di manuali. E tanto meno di fare esercizi.

Però ogni tanto l'orgoglio torna a farsi vivo, e dico a me stesso che posso farcela. Che devo farcela. Dura 5 minuti. Fino al secondo esempio che non capisco, con tutte quelle barre e quegli asterischi. Fino alla prossima volta in cui mi servirà (o meglio, mi sarebbe servito) usare una regex.

Non ho più vent'anni.

Forse forse ci stiamo arrivando

Riguardo il blocco del traffico di due domeniche fa, che avveniva a tre anni dall'ultimo episodio simile, mi ha molto sorpreso il mutato cambio di opinione di molta gente e di molti giornali. Fino a qualche anno fa, infatti, tutti a magnificare le doti del magico provvedimento. Adesso invece quasi tutti dicono che non serve a niente (che è la sacrosanta verità scientifica).

Quando supereremo anche la logica del "anche se non serve a niente bisogna fare qualcosa" sarà anche meglio. Ci vorrà ancora qualche anno purtroppo. Nel frattempo il comune di Milano ha annunciato che inizierà in via sperimentale il lavaggio delle strade di notte. A cosa serve? Semplice, di notte le polveri sottili ricadono al suolo, e di giorno con il traffico vengono reimmesse nell'aria. Lavando la strada diminuiscono di molto le polveri che tornano in circolazione. Mi ricordo chiaramente di aver letto circa 10 anni fa che in Germania avevano iniziato a farlo. Alleluja.

Luoghi | Giappone

Dato i post sul viaggio si sono conclusi (almeno quelli delle giornate), pubblico tutte le foto selezionate (ce ne sono molte di più di quelle che ho già pubblicato qui sul blog).

Spero vi piacciano, mi sono impegnato molto (fotograficamente parlando) in questo viaggio, e devo dire di essere molto soddisfatto di alcune (anche se il soggetto si presta particolarmente bene). Non sono tutte al top ma ne ho scelte alcune anche per far vedere i posti dove siamo stati. I commenti come sempre sono bene accetti.

L'album completo è qui: http://donnifoto.zenfolio.com/giappone

Oppure potete cliccare Play sullo slideshow qui sotto (passateci sopra con il mouse per visualizzare i controlli).

Viaggio in Giappone - giorno 14

Ultimo giorno in Giappone. Sveglia presto. Metro fino a Ueno. Qui prendiamo il treno della Keisei Line per Narita (invece del Narita Express che costa il triplo, tanto abbiamo tempo). Per la prima volta le indicazioni sono un po' scarse e rischiamo di sbagliare treno, ma un nepalese (!) che sta riaccompagnando i parenti ci dà la dritta giusta. Il treno in realtà è proprio un locale, che fa tutte le fermate. Osservo la varia umanità. Guardo fuori dal finestrino. Ormai mi sono abituato al paesaggio giapponese completamente urbanizzato. Ma guardo fuori lo stesso.

Aeroporto. Check-in. Immigrazione. Timbro "Departed" sul passaporto. Colazione. Spendiamo gli ultimi soldi. Trovo un mini pupazzetto di Doraemon vestito da Samurai. Lo compro. Anzi due, uno anche per mio fratello. Poi penso che non mi sono comprato neanche una maglietta, non ne ho trovata neanche una decente in tutto il viaggio. Figurarsi se la trovo qui. E invece la trovo. Bianca, con le scritte in giapponese e l'onda di Kanagawa stilizzata. Bellissima. Chissà quando la metterò.

Rincontriamo la coppia torinese conosciuta al santuario di Inari Fushi-Tashima. Ciao come va? Lei parte, lui resta a studiare giapponese altre tre settimane. Beato lui.

Aereo. Yuppi, stavolta il mio monitor funziona. Il monitor si. La presa per le cuffie no. Grazie Alitalia, again. Dopo sei ore minaccio Ale, che mi cede il suo posto. Mi sparo 3 film in fila. Litigo con quelli davanti a me che stanno 11 ore con il sedile reclinato. Mangio l'anguilla giapponese. La tizia di fianco a noi con la faccia da pazza si alza almeno dieci volte per andare in bagno (e ci fa alzare anche a noi). Che palle. Non dormo.

Atterriamo. Altoparlante: "Lo sbarco avverrà dalla porta anteriore. L'autobus vi porterà al terminal". Passeggero: "Nooo, perché l'autobus?". Io: "Perché non siamo più in Giappone". Passeggero mi guarda e annuisce sconsolato.

Aspettiamo i bagagli per un'ora e dieci minuti. Gli addetti dell'aeroporto a cui chiediamo che fine hanno fatto le nostre valigie sono molto gentili, talmente gentili che alcuni vorrebbero mettergli le mani addosso. Decisamente non siamo più in Giappone.

Conclusioni

Un viaggio meraviglioso. Devo innanzitutto ringraziare il mio compagno di viaggio Alessandro, senza il quale questo mio sogno non si sarebbe mai avverato. Ci sarebbero voluti due o tre giorni in più, ma va bene così. E' stato tutto perfetto, tranne una cosa: il caldo soffocante. Mi porto dietro tanti ricordi, che pian piano sbiadiranno. Ma ho fatto tante foto...

Lo shinkansen. Il Gundam. Le insegne luminose che illuminano il cielo anche di notte. I templi di Kyoto e la modernità di Tokyo. Il terremoto. Il sushi al bancone con il nastro che gira. Il laghetto di Ueno. I megastore di elettronica. I grattacieli. La metropolitana. Girare di notte nella città e sentirsi sicuri. La gentilezza dei giapponesi. Le ragazze in kimono. Quanti ricordi... tutto questo (e molto di più) è il Giappone.

Per il momento questo è l'ultimo post; magari quando ne avrò voglia ne farò un'altro con tutte le curiosità che abbiamo trovato in questo splendido Paese.

Dell'ultimo giorno non esistono foto. Così il cerchio si chiude. E si ritorna all'inizio.

Sayonara!