Viaggio 2011 - Giorni 5-8 - Hong Kong

Giorno 5

Appena atterrati, facciamo una discreta fila al controllo passaporti, cambiamo un po' di soldi, e comperiamo l'Octopus Card (la tessera ricaricabile per i mezzi pubblici). Dopodiché prendiamo l'Airport Express che in una ventina di minuti ci porta a Central. Ancora qualche fermata di metro e siamo a Causeway Bay, dove ci aspetta l'appartamento che abbiamo affittato. Infatti, essendo in 6 e rimanendo una settimana, riusciamo a risparmiare molto (anche perché gli alberghi di Hong Kong sono mediamente cari). Appena usciti dalla metro ci troviamo in una bolgia umana che ci disorienta un attimo, e facciamo anche un po' fatica a trovare la casa nonostante le indicazioni ricevute. Il primo impatto con l'appartamento è abbastanza scioccante (almeno per me): si trova al quarto piano di una palazzina stretta a schiacciata da altri palazzi, compreso il Crowne Plaza Hotel che la sovrasta. Le scale sono strette e molto ripide (portare su le valigie è uno strazio), i letti sono dei semplici materassi per terra, il bagno è piccolissimo (ma almeno la doccia è larga). Non sembra proprio l'appartamento visto nelle foto sul sito, tanto che penso "quello che ha fatto le foto è proprio bravo". Inoltre, le case italiane sono dotate di una grandissima invenzione, che non troviamo in nessun'altra parte del mondo: le tapparelle. Rimane per me un mistero il perché nessuno le usi; il risultato qui è che alle 6 il sole è già alto nel cielo e tocca svegliarsi. Io mi sistemo nella stanza sul retro, meno esposta ai rumori della strada, ma tanto ci sono gli enormi impianti di condizionamento dell'hotel a tenermi compagnia tutta notte. Pazienza per il rumore, mi sono portato i tappi per le orecchie, ma dovrò risolvere il problema della luce (mi comprerò un paio di giorni dopo una mascherina da mettere sugli occhi). In ogni caso, la situazione dell'appartamento è controbilanciata dalla sua posizione, forse una delle zone più belle di Hong Kong, ben servita dai mezzi, vicino a un enorme centro commerciale (Times Square) e con un sacco di negozi e ristorantini intorno (e un 7Eleven proprio di fronte e sempre aperto, molto comodo). Per cui alla fine il bilancio si rivelerà positivo.

In ogni caso siamo affamatissimi, e usciamo subito per mangiare qualcosa. I vari ristorantini che vediamo non ci ispirano più di tanto e finiamo per dirigerci al MacDonald (tanto per andare sul sicuro). Credo che sia stata l'unica volta che ci siamo andati; tra l'altro i prezzi sono sorprendentemente bassi (un menu circa 3 euro se non ricordo male) segno che forse da queste parti non incontrano molto il favore del pubblico...

Giorno 6

Decidiamo di iniziare la visita della città dalle zone più lontane, per sfruttare al massimo i 3 giorni di mezzi pubblici compresi nella Octopus Card. Per cui direzione il quartiere di Mong Kok e i suoi mercati (sono tutti vicini) dove nell'ordine visitiamo:

- Il mercato dei fiori. E' costituito da un paio di vie dove si trovano decine e decine di fioristi. Nulla di particolare ma la passeggiata è piacevole; mi stupiscono le rose confezionate una a una e una pianta carnivora che avevo sempre visto sui libri ma mai dal vivo.


- Il bird market. Questo vale la pena assolutamente di essere visto; è un piccolo mercato in cui si vendono canarini e tutto ciò che li riguarda, in particolare delle bellissime gabbiette di legno. Pare che i cinesi abbiamo una vera e propria passione per gli uccelli, e in effetti traspare passeggiando tra le bancarelle. Davvero molto caratteristico.


- Il ladies market. In realtà è un normale mercato in cui vendono un po' di tutto (quindi non solo per ladies). Le bancarelle lasciano solo uno stretto corridoio al centro, c'è davvero tanta gente e si fa fatica a camminare. I palazzi ai lati sono altissimi e questo crea un po' di senso claustrofobico. I venditori sono davvero "aggressivi" e se ti brancano... non ti mollano più. Unica regola: contrattare, sempre!


- Il jade market, ossia il mercato delle giade. Una specie di capannone in cui si ammassano decine e decine di venditori di giada e bigiotteria varia. Forse il più deludente tra tutti quelli visitati.

L'impatto con la città comunque è molto forte; se Singapore ci era sembrata un po' senz'anima, Hong Kong ci fa capire subito che un'anima ce l'ha eccome. Oltretutto il quartiere di Mong Kok non è uno dei più belli, anzi appare quasi decadente. Traffico infernale, rumore, gente ovunque, strade strette in cui fatichi a passare, palazzi color grigio cemento che appaiono sporchi e logori, contrapposti a insegne pubblicitarie disposte ovunque senza nessun ordine, vicoli stretti tra palazzi altissimi attaccati l'uno all'altro (in cui è meglio non entrare), l'onnipresente segnale acustico dei semafori... eppure tutto ciò mi appare terribilmente affascinante.



Abbastanza stanchi torniamo a casa per darci una lavata e poi cerchiamo un posto per mangiare; dopo la cena, lancio l'idea di andare a vedere la baia, che non dovrebbe essere troppo lontana. In effetti non lo è, e la raggiungiamo camminando quasi sempre sulle passerelle sopraelevate che sono un altro dei segni caratteristici di questa città. Letteralmente ti sembra di galleggiare sulla città, lontano da caos e rumore. Finalmente arriviamo al Victoria Harbour, e il panorama è magnifico. Anche se noi siamo sull'isola, e il muro di grattacieli è alle nostre spalle, lo skyline dall'altra parte (sulla terraferma) pur essendo meno bello è comunque degno di essere ammirato. Infatti Hong Kong è una città divisa in due: metà sul continente e metà sull'isola di fronte. Le due metà si guardano, e la baia che le separa (Victoria Harbour) è forse una delle più belle del mondo.

Soddisfatti di questa prima giornata, ce ne andiamo a dormire.

Giorno 7

Oggi ci dirigiamo a nord, abbastanza lontano dal centro. Giornata di templi. Visitiamo prima i Nan Lian Garden e poi l'adiacente monastero Chi Lin. Il giardino è il classico giardino orientale, fatto di geometrie precise, e il monastero (tutto di legno) è molto bello. C'è anche un laghetto con le carpe giapponesi. In puro stile Hong Kong, è un'oasi in mezzo al delirio; infatti, gli alti palazzoni che lo circondano sono lì a ricordarci dove siamo. Non solo, c'è anche un viadotto che per una parte passa proprio sopra ai giardini. Nonostante ciò, il luogo infonde una pace notevole, e non c'è quasi nessuno (e più avanti nel viaggio capiremo che questo a Hong Kong è davvero un lusso). Giriamo tutto in lungo e in largo ed è davvero piacevole.



Torniamo alla stazione della metro e ci fermiamo nell'annesso centro commerciale a mangiare qualcosa. Ne approfittiamo per vedere un po' di elettronica; l'offerta è notevole per varietà, i prezzi leggermente più bassi che da noi. Apple domina ovunque.

Ripartiamo per visitare il tempio Wong Tai Sin. Anche questo è circondato da palazzi altissimi (ci stiamo facendo l'abitudine ormai) ma è molto più "vivo": c'è un sacco di gente che prega, che accende bastoncini di incenso, che gioca a dama (!). Sul retro inoltre ci sono una serie di box in cui uno stuolo di indovini professionisti (!) sono al vostro servizio per predirvi il futuro! C'è anche un bel giardino con tanto di laghetto popolato da tartarughe.



Lasciato il tempio, sulla via del ritorno ci fermiamo a Kowloon a vedere il Kowloon Park (dove ci sono anche i fenicotteri rosa) e poi passeggiamo su Nathan Road, la via che taglia la penisola da nord a sud, fino ad arrivare al mare, a Tsim Sha Tsui. Facciamo una tappa all'Hotel Peninsula (uno dei più lussuosi di Hong Kong, hotel storico del periodo coloniale) e poi via, sulla Avenue of Stars, la passeggiata in riva al mare.



La vista dei grattacieli di Hong Kong Island è meravigliosa, veramente da togliere il fiato. Siamo quasi al tramonto, e pian piano il cielo assume tinte sempre più calde. Decidiamo di tornare dall'altro lato prendendo lo Star Ferry (i traghetti che da più di un secolo fanno la spola tra le due sponde) per la stratosferica cifra di 2,50 dollari (circa 25 centesimi di euro). Nonostante metro e tunnel, questi traghetti sopravvivono e la proposta di dismetterli qualche anno fa provocò accese proteste. Il viaggio dura pochi minuti ma l'esperienza è straordinaria, il traghetto sbuffa e sferraglia, il metallo cigola, l'odore salmastro del mare ti ricorda dove sei, il cielo ha il colore ambrato del tramonto, e la vista spazia su entrambe le sponde e su tutta la baia. All'improvviso ho la sensazione che tutto si calmi, la città caotica e mai ferma sembra come sospesa su questi traghetti senza tempo. Spero le foto rendano bene l'unicità del momento, che sicuramente è stato uno dei migliori vissuti in questa megalopoli. Se andate a Hong Kong, dovete provare lo Star Ferry. Se non lo fate, è come se andaste a Roma senza vedere il Colosseo.



Ce ne torniamo a piedi verso casa attraversando il quartiere di Wan Chai (caotico come tutto il resto). Quando siamo quasi arrivati ci imbattiamo nell'ennesimo mercato serale dove vendono soprattutto roba da mangiare. E' incredibile come il commercio sia nell'anima dei cinesi, questa città non riposa mai.


Dopo cena torno indietro verso il molo per fare qualche foto notturna da una delle passerelle che passa sopra una grossa arteria stradale (sempre accompagnato dal fido Svitol). E così si conclude questa ricchissima giornata.


Giorno 8

Oggi si prende il tram! Proprio sotto casa nostra passa un'altra delle icone di Hong Kong e decidiamo di prenderlo per andare fino a Central. Sono dei tram a due piani, senza vetri (tanto fa sempre caldo e vanno pianissimo) e completamente ricoperti di pubblicità (questa città ci ricorda sempre la sua natura). Insieme allo Star Ferry rappresentano la storia dei trasporti di Hong Kong, essendo in servizio dall'inizio del 900. Arriviamo placidamente fin quasi al capolinea, a Sheung Wan, e poi a piedi fino a Cat Street.


La zona di Cat Street è considerata la zona "hippy" di Hong Kong, piena di botteghe che vendono gli oggetti più disparati, gallerie d'arte e bancarelle di cianfrusaglie. Visitiamo velocemente anche il piccolo tempio di Man Mo e poi puntiamo sulla zona dei Mid-levels.



Ovviamente non possiamo esimerci dal salire la scala mobile più lunga del mondo (800 metri, ma non in un pezzo unico) costruita proprio per alleviare il traffico di auto che si inerpicavano a zig-zag per le strette stradine di questa zona. Siamo in pratica sul pendio che si sviluppa dietro al muro dei grattacieli; il percorso della scala mobile è affiancato da numerosi locali molto carini. Saliamo fino in cima e poi scendiamo a piedi (la scala mobile infatti cambia verso a orari ben precisi, in discesa fino alle 10 di mattina, e in salita il resto della giornata) e ci fermiamo a mangiare in uno dei tanti locali. Qui ci accorgiamo (come già in altri di posti) delle decorazioni in stile Halloween, e chiediamo il motivo. La risposta è semplice: è quasi Halloween! In realtà mancano ancora molti giorni, ma si vede che ogni occasione è buona per fare business.

Dopo il pranzo, decidiamo di salire al Victoria Peak; in pratica, lo scopo del mio viaggio a Hong Kong. Il momento tanto atteso e tante volte immaginato è giunto. Se venite a Hong Kong e avete tempo di fare solo una cosa, salite sul peak! (anche se a dire il vero adesso che ci sono stato... se la gioca con il giro sullo Star Ferry al tramonto). Al Peak si sale con il Peak Tram, un tram a cremagliera che letteralmente si arrampica sulla collina. A tratti la salita è ripidissima, e il tram talmente inclinato che quando passa vicino ai soliti altissimi palazzi sembra quasi che questi ti cadano addosso... Anche solo la salita in tram è un'esperienza da fare.


Saliamo nel tardo pomeriggio, scelta strategica per goderci il tramonto e la città che si illumina sotto di noi. Non saliamo subito sulla terrazza panoramica, ma facciamo un giro per i dintorni (che a dire il vero non offrono molto). Appena comincia a imbrunire, mi fiondo sulla terrazza armato di cavalletto per immortalare il momento. Anche se questa scena l'ho vista mille volte in fotografia, lo spettacolo è straordinario e toglie il fiato: una delle più grandi megalopoli del mondo si distende sotto di noi, a perdita d'occhio. La foresta di grattacieli è infinita, letteralmente non se ne vede la fine, e l'occhio vaga alla ricerca di mille particolari. Pian piano tutte le luci si accendono, e davvero credo di trovarmi dinanzi a uno dei panorami urbani più belli del mondo. Cerco di fare più foto che posso e godermi il momento il più possibile (anche se il solito cruccio fa capolino nella mia mente - si, tu lo sai cosa voglio dire).



Dopo un paio d'ore torniamo giù (anche se io non me ne andrei più) e per caso finiamo nella zona di Lan Kwai Fong, la zona dei locali di Hong Kong. E vogliamo non approfittarne? Ovviamente iniziamo a bere e a mangiare schifezze, e ben presto la situazione degenera. I miei soci si bevono di tutto, birre, cocktail, chupiti, mi fanno bere tre mojito di fila (mio record di sempre), importunano cameriere e tardone e... mi fermo qui. Insomma facciamo molto tardi ed è l'unica volta che torniamo a casa in taxi...

L'album completo è qui: http://donnifoto.zenfolio.com/hongkong


(... continua ...)

Gasata

"Ormai il popolo delle gasate si sta estinguendo."

A.A. detto Raup