Glamour | Workshop 4

Luogo: una discoteca (ovviamente chiusa, c'eravamo solo noi).

Modella: una bellissima ragazza della Repubblica Ceca (e di dove, se no?)

Tema: Sposa sexy, ispirata da un vecchio servizio di Playboy (anni 90 o addirittura anni 80).

Abbiamo sfruttato un paio di ambienti interni, un divano in pelle rossa, una bella sala con uno specchio enorme, luci con ombrellino e controluce per far risaltare i capelli e i lineamenti. La modella non aveva bisogno di particolari indicazioni (!).

Purtroppo le foto pubblicabili non sono molte ;-) Comunque, è stato il primo workshop che mi ha davvero soddisfatto (astenersi commenti maliziosi!).

La gallery è qui: http://donnifoto.zenfolio.com/ws4

Non

Non dire quello che pensi. Dì quello che gli altri si aspettano di sentire.
Non dire cose troppo intelligenti. Non saranno capite.
Non fare discorsi impegnati. Nessuno ha voglia di usare il cervello a meno che non sia strettamente necessario.
Non essere sarcastico o provocatore. Non tutti apprezzano.
Non scherzare per e-mail. L'altro potrebbe non cogliere (specialmente se usa Lotus Notes e non vede le faccine).
Non dire cose serie usando la chat. La comunicazione non verbale aiuta.
Non essere totalmente sincero. La sincerità non sempre paga.
Non fare constatazioni asettiche. Saranno comunque interpretate pro o contro (sicuramente contro).
Non fare domande. Possono essere interpretate negativamente.
Non limitarti ai fatti. Fai come gli altri. Interpreta.
Non esprimere giudizi negativi. Quello che piace agli altri piace anche a te.
Non prendere posizione. Quello che decidono gli altri vale anche per te.
Non arrabbiarti anche se hai ragione.
Non avere ragione. Se hai ragione, agli altri darà fastidio.
Non far notare agli altri quando sbagliano. Sembrerai saccente.
Non dare consigli non richiesti. Sembrerai ancora saccente.
Non precisare. Benvenuto nel mondo dell'approssimazione.
Non c'è nulla di cui complimentarsi. Fai complimenti gratuiti ogni tanto.
Non essere totalmente onesto. Sii più paraculo. Racconta più palle.
Non pensare troppo. Vivrai più sereno.
Non cercare di distinguerti. Cosa ti fa pensare di poterlo fare? Adeguati alla massa.
Non inveire contro gli altri. Anche tu fai parte degli altri.
Non essere troppo razionale. Sii più istintivo ogni tanto. Spock non è sexy.
Non essere te stesso.
Non essere.
Non.
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Steve Jobs

Mi ha sorpreso molto, alla morte di Steve Jobs, il clamore mediatico che si è creato. Io pensavo che Jobs fosse conosciuto dagli addetti ai lavori o poco più, ma evidentemente mi sbagliavo. Tutti i telegiornali gli hanno dedicato ampio spazio, alcuni addirittura dei servizi speciali. Sicuramente negli ultimi anni, in cui teneva regolarmente i suoi keynote per lanciare i nuovi prodotti Apple (con la famosa frase "One more thing..."), la sua fama era cresciuta, ma non ricordo di averlo mai visto in nessuna trasmissione televisiva generalista. Diciamo che quando è morto si è creata (chissà perché) un po' di follia collettiva ed è partita la santificazione. Certo, la statura del personaggio non si discute (pur con qualche ombra quà e là) però davvero mi ha sorpreso la reazione del pubblico. Abbiamo sempre più bisogno di eroi?

Comunque, anche io ho riflettuto, come tutti, sul se e quanto avesse influenzato la mia vita. Non direttamente, ho pensato, dato che non ho mai avuto un prodotto Apple. Ovvio che l'abbia fatto indirettamente, dato che ha condizionato in larga parte lo sviluppo dell'industria dei personal computer, e negli ultimi anni della musica e della telefonia. Pur senza inventare nulla da zero, ma portando a essere realmente fruibili dalla massa invenzioni di altri (che comunque rimane un merito enorme, sia chiaro).

Poi mi è venuto in mente un episodio, la cui importanza avevo sottovalutato fino a oggi, e ve lo voglio raccontare. Quand'ero piccolo, ogni estate andavamo al mare con la mia famiglia, e ci fermavamo qualche giorno al paese dove è nato mio padre. Ovviamente si passava il tempo in un tour di saluti a parenti e conoscenti. Tra i parenti c'era una zia di mio padre, che aveva una villa bellissima. Un giorno la andiamo a trovare (non mi ricordo quanti anni avessi) e nel patio, sul classico tavolo bianco da giardino, vedo uno strano cubotto grigio con un piccolo monitor bianco e nero incorporato, la tastiera davanti, e uno strano affarino sulla destra. Ancora non lo sapevo, ma era un Macintosh. Il primo Mac, quello originale. Cosa ci faceva lì? Era di Marcello, il marito di una delle figlie, che se l'era portato per lavorare anche durante le vacanze. Marcello mi fece vedere come funzionava. Mi fece vedere come poteva disegnare sul piccolo schermo muovendo il piccolo affarino che teneva con la mano destra. Mi fece vedere come portando l'icona del floppy sul cestino, questo veniva espulso. Mi fece vedere come poteva scrivere e impaginare, e poi stampare, e la stampa era uguale a quello che si vedeva a video. E tante altre cose. Io ero letteralmente stupefatto.

Nei giorni seguenti, praticamente tutti i giorni chiedevo a mio padre di andare a trovare la zia. Volevo rivedere quel cubotto magico. Un paio di volte mi accontentò, ma entrambe le volte Marcello non c'era, e io rimasi deluso.

Ripensandoci adesso, credo che sia partito tutto da lì. La mia passione per i computer è nata in quel momento. Cominciai a interessarmene, a leggere riviste, e iniziai a spaccare i maroni a mio padre finché non mi comprò il Commodore 64. E poi l'Amiga. E poi...

Quindi, caro Steve, alla fine hai influenzato anche la mia vita. E non poco, a pensarci bene. Chissà cosa farei oggi, senza quell'episodio. Magari il bancario, o il magazziniere, o chi lo sa. Magari sarebbe meglio, o peggio, chi lo sa. Per cui ti ringrazio, io come milioni di altri.

Sono d'accordo


"Un blog non è scrivere; sono graffiti con la punteggiatura."

Dr. Sussman - Contagion

Sotto casa

Grazie ad un'anonima commentatrice (grazie!), sono venuto a conoscenza di questo bellissimo corto che rappresenta un'autentica chicca, nonché un vero colpo di genio. Descrive la difficoltà di trovare parcheggio vicino a casa, in una grande città, e di come il trovarlo ti possa cambiare la vita. Azzeccatissimi anche gli attori (lui sembra proprio il classico consulente medio con la Focus aziendale, lei la classica fighetta milanese che lavora per un'agenzia pubblicitaria).

"Sotto casa? Amore mio...
Voglio un bambino.
Che cosa?
Voglio diventare papà."

Piccolo capolavoro. Dedicato a tutti i milanesi.