Ce la farò a pubblicare?

Mesi fa (o è passato più di un anno? Uhm...) ho deciso di pubblicare le mie foto da qualche parte sul web e darle in pasto al mondo. Non che io sia esageratamente bravo, ma le persone che le vedono di solito mi dicono che piacciono. Per cui deciso: le pubblico.

Da allora è partito una sorta di piano industriale quinquennale (ci manca solo il project manager) che prevede:

1. Rianalisi di tutto il parco foto, per decidere quali sono meritorie di pubblicazione. E' una cosa che avevo già fatto man mano, ma ho deciso di rifarla da zero in quanto nel tempo i gusti cambiano. Foto che mi piacevano prima adesso non mi piacciono più, e viceversa. Ora che le pubblico avrò già cambiato idea un'altra volta :-)

2. Fotoritocco delle foto scelte. Anche questo in parte lo avevo già fatto, ma come Lucas non sono mai soddisfatto del mio lavoro per cui ho deciso di rimettere mano anche a questo aspetto (oltretutto il parco software è migliorato). Ci terrei a sottolineare il mio approccio: sono contrario a ritocchi esagerati che stravolgono la foto. Il ritocco deve servire a migliorare una foto che è già buona. Se una foto è brutta, c'è poco da fare.

3. Imparare il fotoritocco. Il punto 2 implica il punto 3. Un po' ero già capace, ma a livello base direi. Il problema è che non puoi imparare leggendo il manuale, devi provare, riprovare, sbagliare, leggere i tutorial, riprovare... Non si finisce mai.

4. Scegliere dove pubblicare e poi pubblicare. Siti ce ne sono tanti, ma il sito perfetto purtroppo non esiste. Picasaweb non permette di controllare i layout. Flickr non mi piace, è orientato alla community e non alla presentazione. Beh insomma, ho scandagliato tutti i siti di condivisione foto del web e alla fine ne ho trovati due che mi piacciono molto. Uno ho dovuto scartarlo per motivi che vi dirò, per cui ho scelto l'altro.

Vediamo adesso il SAL (stato avanzamento lavori).

1. Completato al 90%. Mancano le foto dei workshop e un po' di ritratti.

2. Completato 0%. Attività da iniziare. Probabilmente non rimetterò mano a tutto, ci vorrebbe troppo tempo.

3. Completato 40%. Mi sono messo a leggere il manuale, ma è troppo didascalico. Ho trovato dei siti con dei tutorial più focalizzati al risultato, ma ci vuole impegno. Oltretutto i moderni software di fotoritocco sono ai limiti della fantascienza... fanno cose incredibili, ma ci vuole tempo e pazienza e infinite prove. Photoshop è così sofisticato che ti permette di fare la stessa cosa in tanti modi diversi; lo strumento non ti impone limiti, e in mano a uno bravo diventa quasi arte. Non è il mio caso comunque. Impossibile raggiungere il 100%.

4. Completato 0%. Il sito l'ho scelto, non ve lo anticipo però... A meno che Picasaweb faccia un salto di qualità, la scelta è quella.

Ce la farò? Non faccio previsioni temporali...

Scibile umano (musicale)

Da ragazzino, in una vacanza in Loira e Bretagna con i miei, conobbi un simpatico signore romano, di professione fotografo, con un nome che non si può dimenticare: Corinto. La passione per la fotografia mi sarebbe venuta tanti anni dopo, ma una passione me la fece venire subito: quella per la musica.

Io all'epoca ascoltavo solo roba commerciale, ero succube del marketing, guardavo Deejay Television. Lui mi disse: "Devi andare oltre quella roba, devi ascoltare roba seria, i grandi gruppi" e mi snocciolò un po' di nomi buoni per cominciare.

Tornato da quella vacanza, mi piazzai a casa del mio migliore amico dell'epoca, in quanto grazie al fratello maggiore era dotato di un gran bello "stereo" tutto a componenti separati, con giradischi, radio digitale, piastra con comandi a sfioramento e Dolby B/C, due casse enormi in una cameretta minuscola e soprattutto una ricca collezione di dischi in vinile che comprendeva molti dei nomi per me ancora nuovi. Ascoltai lì l'ascoltabile.

Nel frattempo stava iniziando l'era del CD, e come resistere. Mi comprai anche io un bell'impiantino a componenti separati, tutto Pioneer (ampli da 50w, lettore CD e doppia piastra, e purtroppo anche le casse) in comunione con mio fratello. E lì iniziò il mio percorso.

Ero talmente intrippato che cominciai a leggere riviste di hi-fi. Presto le casse Pioneer vennero sostituite da una coppia di Mission 751 (uno dei migliori acquisti mai fatti, ve ne avevo già parlato qui) ma l'impianto non cambiò mai. E cominciai ad ascoltare sempre più dischi. Bisognava dare un ordine al mio percorso. Mi comprai un libro, "Rock: 500 album da collezione" di Casalini e Corticelli (pare che adesso sia introvabile), che indicava appunto i migliori 500 album della storia. Non sempre ci azzeccava, ovvio, rimane comunque un campo molto discrezionale, ma spesso sì. Era strutturato in ordine alfabetico, per gruppi o singoli cantanti, e di ognuno indicava una breve storia e gli album fondamentali. Era molto tagliato sugli anni 60 e 70, obiettivamente il periodo d'oro del rock.

Il problema era, allora come oggi, che i CD costavano discretamente, non potevo comprarne decine come il percorso di studi avrebbe richiesto. E qui entra in gioco GiòGiò. Chi è di Milano forse se lo ricorda. GiòGiò era una catena di negozietti che affittavano CD, attività che non era chiaro se fosse legale o no. E infatti non lo era, e ad un certo punto chiusero. Io andavo in quello in via Broletto. Se non ti ci portava qualcuno non lo avresti trovato mai. Bisognava entrare in un portone anonimo senza nessuna indicazione, andare fino in fondo, uscire in un cortiletto, attraversarlo, ed entrare in una porticina all'angolo opposto. Qui si entrava in una stanza di più o meno 5x5 metri, le cui pareti erano interamente tappezzate di copertine di CD dentro bustine di plastica trasparenti. Ogni gancetto corrispondeva a un gruppo. Se c'era la copertina, vuol dire che il disco era disponibile, altrimenti era fuori. Il bello è che l'organizzazione delle copertine sulle pareti non seguiva alcuna logica, ma erano messe in modo assolutamente casuale. Dopo un po' che andavi cominciavi a imparare e poi più o meno ti ricordavi la "zona" dove c'era quel certo gruppo. Oppure chiedevi al tizio che si ricordava tutte le posizioni a memoria. E spesso dovevi aspettare perché non ci si stava in più di 7 o 8 persone.

Il pomeriggio dopo la scuola partivo, e me ne tornavo a casa ogni volta con 5 o 6 CD che poi registravo su cassetta. Rigorosamente TDK, e per gli album ritenuti più meritevoli nastro al cromo. Poi trascrivevo meticolosamente titoli e durata dei brani sulla custodia. Ah, che bei tempi... così imparai a conoscere Pink Floyd, Dire Straits, Deep Purple, Led Zeppelin, Santana, Emerson Lake and Palmer, Yes, King Crimson, Supertramp, The Doors, Who, Genesis, Beatles, Hendrix e anche cose un po' più moderne, tipo Tears for Fears, Vangelis, Marillion e tanti altri. Poi gli album che mi piacevano di più me li compravo originali.

Andai avanti così per un po', poi il sacro fuoco della musica come era venuto se ne andò. Non so neanche io perché, ma smisi di ascoltare cose nuove, e poi smisi di ascoltare del tutto. E si che mi piaceva così tanto... Ascoltavo gli album in maniera scientifica, non li sentivo mentre facevo altro, mi mettevo lì e facevo solo quello.

Ho continuato a leggere riviste di hi-fi ma più che altro per l'ambito home-theater. Nel frattempo il mondo è un po' cambiato, tante pippe ci facevamo per raggiungere il suono perfetto, che ormai al mondo si ascolta solo musica compressa. Che beffa, eh? E io ne sono rimasto fuori, credo di aver scaricato si e no cinque mp3 in vita mia.

E adesso? Ho scoperto questi siti dove puoi ascoltare quasi tutto quello che vuoi, legalmente, e on demand quando lo vuoi tu. Siti come Deezer e Songza. Fantastici. Lo scibile musicale disponibile a richiesta, e gratis (per ora). Il percorso potrebbe ricominciare da dove lo avevo lasciato. Il problema è sempre quello: manca la risorsa più preziosa, il tempo.

Internet sta diventando un archivio di tutto lo scibile umano, in tutte le forme. Musica, film, video, libri, conoscenza, sapere. Tutto ciò è fantastico. Speriamo non mi travolga.

Appunto...

Tre ore dopo che ho scritto il post qui sotto un aereo in partenza da Madrid (dove tra l'altro sono stato il mese scorso) esplode in fase di decollo.

Ieri mentre faccio una via che ho fatto mille volte, a senso unico, esce uno sparato da una via laterale e si immette in contromano, proprio mentre arrivo io. Per fortuna se ne accorge, frena, io freno e scarto. Tre secondi dopo e facevamo il frontale.

Sempre ieri sera, prendo la tangenziale verso mezzanotte. Salgo la rampa e vedo che c'è una coda tipo le sei del pomeriggio del 20 dicembre. Per fortuna vedo che il punto del casino è poco più avanti, e lo passo in fretta. Polizia, pompieri, e una macchina praticamente distrutta...

Sono quasi arrivato a casa, e a una rotonda passa un gatto nero. Alla rotonda dopo, un'altro gatto (per fortuna non nero) è piazzato in mezzo alla strada e mi guarda con quegli occhi gialli che riflettono i fari della macchina. Non si sposta, devo quasi andargli addosso.

Sgrat.... Sgrat....

La vita e il compromesso

Sto per fare un discorso un po' contorto. Non spaventatevi.

Sono rimasto molto colpito dal video dell'incidente sull'autostrada di qualche giorno fa. Per chi non l'avesse visto lo ripropongo qui:



E' davvero impressionante. Questo video mi dice una cosa sola: quando è giunta la tua ora, è giunta. Qualcuno (Dio, Budda, Allah...) ha deciso che tu quel giorno dovevi morire. E tu non puoi farci niente. Puoi stare attento finché vuoi, andare piano finché vuoi, guardarti intorno finché vuoi. Tutto inutile.

Il camion ti verrà addosso. La gomma della tua macchina scoppierà proprio in quella curva. L'aereo esploderà in fase di decollo. Il vaso di fiori ti cadrà in testa proprio in quel momento. Un tizio fuori di melone sbroccherà e ti sparerà dal balcone con un fucile da caccia. Scivolerai sul pavimento bagnato appena lavato dal filippino e cadendo lo spigolo del tavolo ti si infilerà nel cervelletto. Il chirurgo che vi sta operando la sera prima si è trombato una escort da 1000 euro ed è stanco e per sbaglio vi recide un'arteria. (inserire qui il vostro modo di morire preferito)

E quindi? La reazione più ovvia sembrerebbe essere "goditi la vita finché puoi" che del domani non v'è certezza.

Anni fa mi colpì molto un'intervista a Vasco Rossi. Raccontava che per tutta una fase della sua vita aveva vissuto ogni giorno come se fosse l'ultimo, al massimo ("Vado al massimo, vado a gonfie vele"). Poi si era reso conto che se andava avanti così, il suo ultimo giorno sarebbe arrivato in fretta. E si era dato una calmata.

In genere succede il contrario, tendiamo a pensare di avere sempre tempo per fare le cose. Per fare quel viaggio, per sistemare quella cosa, per fare pace con quella persona, per chiamare quell'amico che è tanto che gli dici che lo chiamerai. E poi non lo fai mai, tanto hai tempo.

E quindi? Vivere ogni giorno come l'ultimo o come uno dei tanti? Al solito, un compromesso forse è la cosa migliore. Vivere sereni, senza pensare che puoi morire in qualsiasi momento (anche perché se no non esci più di casa), ma anche senza rimandare sempre. O forse no, chi lo sa...

P.S. Scusate il delirio ferragostano....

Città deserte

Anche quest'anno i TG ci hanno propinato il solito servizio sulle città deserte dove non si trova un negozio aperto. Ma dove??

Come ho detto qualche post fa, non mi pare affatto vero. I centri commerciali sono tutti aperti (addirittura molti hanno aperto il sabato dopo ferragosto) per cui fare la spesa non è un problema.

Ristoranti aperti ce ne sono, tanto che l'11 agosto non abbiamo avuto difficoltà a mangiare jappo a Torino e il 13 a Milano idem. Il bar sotto casa mia è aperto.

Qualche anno fa il giorno di ferragosto nella mia via c'erano 3 macchine (non per modo di dire, proprio 3 macchine), quest'anno una trentina. Vorrà dire qualcosa.

E ricordatevi: la televisione è più reale del reale. Se lo dice la TV è vero, a prescindere.

Testata

Questa conversazione si è ripetuta innumerevoli volte nell'ultimo mese:

Persona: "Ma allora ferie?"

Io: "Già fatte, a luglio... sono andato a Madrid"

Persona: "Ah, erano quelle le ferie? Basta?"

Io: "Si erano quelle. Per ora basta..."

Il prossimo che mi dice così si becca una testata. Avvisato. Ma che le ferie sono solo mare e montagna?

Se riesco faccio un altro giretto in un'altra città europea a settembre (se quadrano un paio di cose). Quest'anno le mie ferie sono queste.

Virgolette

Le virgolette sono importanti...


(visto alla macchinetta del caffè da un cliente)

Che cagata...

Avevo giusto appena lavato la macchina... e mi ritrovo questo:



Ipotesi:

- rave party di piccioni

- piccione gigante

- piccione con problemi intestinali

- piccione esploso in volo...

- ????

Basta jappo!

Dopo l'abbuffata di pizza, settimana scorsa doppia cena al giapponese. Lunedì, a Torino per lavoro, il mio collega spara un "e se andassimo a cena al giapponese?". Detto fatto, una rapida ricerca sul web, e rimaniamo con una rosa di tre posti, abbastanza vicini a dove siamo. Una letta anche alle recensioni e ne scegliamo uno, chiamata per vedere se sono aperti e poi via... Ottima cena, al solito a base di sushi e maki (ancora più ottima per ovvi motivi :-)

Mercoledì sera, a casa, una certa persona, sentita della cena in questione, si fa venire un'irresistibile voglia di jappo. "Dai dai dai dai andiamo...." e io cedo, che devo fare... Il solito posto è chiuso, ripieghiamo su un altro già provato tempo fa. Anche qui cena non male, nulla di eccezionale ma non male...

All'inizio non mi piaceva tanto , ma adesso mi sto intrippando abbastanza. Dato che adoro la cultura giapponese e prima o poi ce la farò a farmi un bel viaggio, poteva non piacermi il cibo? Anzi, giovedì gironzolavo per un centro commerciale e mi sono fatto anche un giro in libreria. Dove trovo questo:


.... e quasi lo compravo pure! Però poi 14 euro per 96 pagine...

A proposito, ma chi ha inventato sta stronzata della barca? Non credo che in Giappone ti portino da mangiare in una barchetta di legno...

Evoluzione?

Avevo già parlato di telefonini qualche mese fa. E qualche mese fa mi hanno cambiato il cellulare che uso per lavoro. Prima avevo un glorioso Nokia 6230i. Praticamente perfetto, quasi senza difetti.




Adesso mi hanno dato un Nokia 6120. Bello, si, UMTS, HSDPA, videochiamata, foto a 2 Mpixel. Ma...


- i tasti sono troppo piccoli e troppo piatti. Facilissimo schiacciarne due insieme.

- display enorme, ma caratteri spesso minuscoli. Anche impostando caratteri grandi, sono comunque troppo piccoli.

- display enorme, ma sempre vuoto. Quando ricevi una chiamata, il nome compare scritto microscopico in basso e il resto del display è vuoto. Se associ una foto al contatto, compare della dimensione di 4x4 pixel di fianco al nome. Praticamente non riconosci neanche la faccia...

- quello vecchio, quando dovevi scrivere un cognome in rubrica disattivava automaticamente e temporaneamente il T9. Questo no, dentro il T9 ci sono anche i cognomi, ma ovviamente non tutti. E quindi devi toglierlo, solo che al primo SMS ovviamente ti sei dimenticato che il T9 l'hai tolto e cominci a scrivere stronzate...

- all'accensione, la musichetta Nokia non è disattivabile, a meno che tu non l'abbia messo in silenzioso prima di spegnerlo. Il che può non essere... e questa cosa rompe le palle...

- la rubrica nella SIM non è più utilizzabile come rubrica principale. Ci puoi comunque accedere, ma devi per forza usare quella del telefono. Posso capire che sulla SIM ci sta solo nome + numero, e non la pletora di campi che invece ci sono sull'altra (anche il nome del cane e del gatto) ma vuoi mettere la comodità di mettere la tua SIM in un altro telefono (perché il tuo è scarico o rotto) e trovarti tutti i tuoi numeri?

Insomma, invece di andare avanti andiamo indietro. E si che dopo 15 anni che fanno cellulari dovremmo essere arrivati al modello perfetto (almeno negli aspetti base) ma così non è purtroppo. Nel frattempo fanno sempre più cose, e sempre peggio quello per cui sono nati: telefonare.

Partenze scaglionate? Ferie intelligenti? No grazie...

Per anni ce l'hanno menata che noi italiani, a differenza del resto d'Europa, non facevamo le ferie in maniera scaglionata. Si partiva tutti insieme i primi di agosto e sempre tutti insieme si tornava. Risultato? Un unico serpentone di macchine da nord a sud, lo stesso delirio di Milano lo ritrovavi in qualunque località di vacanza, prezzi alle stelle e città deserte e abbandonate. Tutto negativo, tranne per chi le ferie le poteva fare in altri periodi, e che ad agosto godeva quasi per tutto il mese della città quasi disabitata (quasi un lusso direi).

E adesso? Da qualche anno anche noi abbiamo imparato... per cui le ferie si fanno a giugno, a luglio, a settembre... e chi può permettersi viaggi in mete esotiche anche nei mesi invernali. E non ci sono più le grandi fabbriche che chiudevano tutte insieme per tre settimane ad agosto. Risultato? Appena un po' meno traffico, e la città si svuota davvero solo nella settimana di ferragosto. In più lavori stradali dappertutto (che di per sé non sono male, alzano il PIL) per cui comunque coda assicurata (ricordate che non potete sfuggire alla coda); posti per mangiare più affollati del solito (dato che metà sono chiusi) e piscine più piene di Rimini a ferragosto.

Siamo sicuri che non era meglio prima? Almeno personalmente, non ci ho guadagnato molto... (ieri un'ora per andare da casa mia in Corso Sempione... causa lavori stradali in piazzale Loreto).