Amicizia

Prendo spunto dal post del mio amico Angelo per parlare anche io un po' di amicizia. I suoi amici di sempre li conosco anche io, anche se solo da qualche anno. Non ho condiviso con loro l'adolescenza, ma tante storie ormai mitiche me le hanno raccontate e un pochino mi sento come se ci fossi stato anch'io. Mi hanno accolto nel loro gruppo e di questo li ringrazio.

Gli amici della mia adolescenza non so dove siano finiti. I compagni di scuola non li vedo più, tranne uno con il quale sono rimasto in contatto. Anche se la nostra è un'amicizia un po' strana. Molto formale. Con gli altri alla fine non ho mai legato più di tanto.

Il mio migliore amico dei tempi delle medie non so che fine abbia fatto. Non lo vedo da anni. Perché? Non me lo ricordo. Non abbiamo litigato, semplicemente ci siamo persi. Peccato.

Degli ex-colleghi, con qualcuno posso dire di essere rimasto amico. Con qualcuno ho fatto anche delle vacanze.

Infine, ci sono gli amici del servizio civile. A loro (o meglio, ad alcuni di loro) sono legatissimo. E' un'amicizia vera, anche se ormai ci vediamo poco. Viviamo in città diverse. Ognuno ha la sua vita, il suo lavoro. Qualcuno si è sposato, qualcuno ha figli. Anche lì, io sono arrivato dopo. Loro erano già un gruppo affiatatissimo. Tutti diversi, ma tutti speciali. Io sono arrivato dopo 6 mesi. Mi hanno accolto. E sono stati 6 mesi fantastici, in cui abbiamo condiviso tutto, mangiare, dormire, divertirsi, andare in piscina, andare nei locali, andare al cinema (quanti film quell'anno!), cercare di combinare qualcosa con le ragazze del posto (e qualcuno ci è anche riuscito! Vero Pari?). E anche i momenti brutti, perché il lavoro che facevamo non era sempre piacevole. Tutte cose che hanno rafforzato la nostra amicizia. Quando se ne sono andati, ero molto triste. Non è stata più la stessa cosa con quelli che sono arrivati dopo. E i 6 mesi che mi mancavano sono passati lenti...
Per anni siamo tornati là a fare dei week-end... come a illuderci che quell'esperienza non fosse finita. Poi ci siamo spostati a Lignano Sabbiadoro, dove Michele aveva la casa. Adesso ci vediamo molto poco, ma quello che abbiamo condiviso rimane.

Farsi nuovi amici diventa sempre più difficile, in questa società. In questa Milano. E anche tenersi quelli vecchi. Perché alla fine mi rendo conto che sono sempre io a chiamare ogni tanto. Per fare gli auguri di Natale, o semplicemente per chiedere come va e fare due chiacchiere.

Continuerò a farlo.

Ti dico subito che sono molto perplessa...


Domenica pomeriggio. Mostra di Yamamoto Masao, un fotografo giapponese. Una serie di foto delle dimensioni di una cartolina, messe apparentemente a caso (ma sicuramente rifacendosi a qualche filosofia orientale, tipo quella dei giardini giapponesi) su pareti di un bianco abbagliante. Quasi tutte in bianco e nero. Tipo la parete che vedete qui, ma molte meno. Alcune piccolissime.

Al centro della stanza, una specie di cubo, per entrare nel quale bisogna abbassarsi e passare da un'apertura alta circa un metro. All'interno, un'unica foto.

Ecco perché Sara, all'ingresso, ha esordito con la frase che dà il titolo al post.

Teoria della Coda


ATTENZIONE: questo è un post storico. Infatti, la mia Teoria della Coda è ormai considerata a livello delle tre leggi della robotica di Asimov. I miei amici già la conoscono ma è tempo di renderla nota al mondo (modesto oggi, eh?).

La teoria della coda si compone di tre punti, di cui il primo è quello più importante in assoluto:

1. Non puoi sfuggire alla coda

2. Solo in coda l'uomo è veramente se stesso

3. La coda è democratica


Spiego ora in dettaglio i tre punti.

Il primo punto è il fulcro e il perno di tutto. La sua importanza è di gran lunga superiore a quella degli altri due. In sostanza, sei sempre in coda. Sei in coda in macchina. Sei in coda al semaforo. Sei in coda in autostrada. Sei in coda alla posta. Sei in coda alla cassa del supermercato. Sei in coda alla cassa del cinema. Sei in coda in mensa. Sei in coda al check-in in aeroporto. Sei in coda dal medico. Sei sempre in coda.

Riguardo la coda da traffico, non puoi comunque sfuggire alla coda. Non esistono strade alternative. Se esistono, le conoscono anche gli altri, e si imballano anche loro. Sei spacciato.

Il secondo punto: guardate le altre macchine quando siete in coda. Gente che legge, gente che parla al telefono, gente che discute, gente che ride, gente che si bacia, gente che si trucca, gente che si mette le dita nel naso. In coda si è più se stessi.

Il terzo punto non è del tutto vero. Certo, la coda è democratica, se sei in coda con una 500 o con una Ferrari sempre in coda sei, ma diciamo che sulla Ferrari ci stai meglio. Oppure hai il macchinone con autista, e te ne fotti. Oppure sei oltre e prendi l'elicottero. Magari in aeroporto hai la tessere di Mega Super Frequent Traveller Platinum, e hai il check-in riservato senza coda. Al supermercato ci mandi la filippina. Diciamo che la coda è democratica al 90%. Anche qui, le leggi sono uguali per tutti, ma per qualcuno sono più uguali.

Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti. E soprattutto casi in cui siete riusciti a infrangere la prima legge.

L'arte, cos'è?


Negli ultimi due anni ho visto parecchie mostre, soprattutto di fotografia e di pittura diciamo "moderna". Alcune mi sono piaciute, altre no...

Per esempio l'ultima che ho visto è stata la mostra di David Goldblatt, fotografo sudafricano. Non mi è piaciuta. Ho capito quello che l'autore voleva comunicare, ma onestamente le foto non mi dicevano molto. Specialmente quelle che riprendevano gli edifici.

La stessa cosa l'avevo provata vedendo la mostra di Helmut Newton, molto più famoso. Belle e provocanti le foto delle modelle, ma insieme a quelle c'erano una serie di foto di paesaggi che mi hanno lasciato perplesso. Quelle in assoluto che mi hanno fatto pensare "l'arte è misteriosa" erano una serie di foto fatte dal finestrino dell'aereo in fase di atterraggio su Parigi. Foto di palazzi visti dall'alto. Di artistico non c'era nulla. Solo che le aveva fatte Helmut Newton.

Un'altra volta che ricordo rimasi molto perplesso fu durante la mostra sulla pop art. Alcune cose geniali, altre molto discutibili. Ricordo che guardai a lungo un quadro, completamente nero, dipinto con una sostanza tipo catrame. Tutto nero. Chissà l'autore cosa voleva comunicare. E chissà perché qualcun'altro ha deciso che quella è arte.

Molto belle invece le mostre di Mario De Biasi, Henri Cartier-Bresson e Life, nonché tutte quelle del World Press Photo. Al di fuori della fotografia invece, assolutamente geniale Keith Haring (cui dedico l'immagine), mentre più controversa l'arte di Jean-Michel Basquiat.

L'arte è misteriosa.

Ennesimo fine settimana passato a lavorare


Ennesimo fine settimana lavorativo (e purtroppo neanche l'ultimo).

Dopo l'ultima migrazione il risultato è quello che vedete.

Abbiamo prodotto.

Che non voglia

Oggi sono tornato al lavoro.

Crisi dei mutui

Qualcuno ci ha capito qualcosa? Io un pochino, anche se non sono troppo sicuro...

Noto comunque che in Italia la cultura finanziaria è prossima allo zero.

Scoppia sta benedetta crisi dei mutui subprime, crolla la borsa, e io mi becco la trasmissione mattutina della RAI (non so se UnoMattina o come cavolo si chiama...). La presentatrice intervista l'esperto di turno, che spara le solite quattro cazzate. Si vede che lei non ne capisce una beata fava, perché chiede per ben tre volte "Ma i consumatori italiani possono stare tranquilli vero?".

Si si... stiano tranquilli i consumatori italiani... Chi ha un mutuo continuerà a pagarlo senza dubbio. Anzi un po' di più dato che i tassi sono in salita.

Sopraffatto dal digitale

Sono sopraffatto dal digitale... Non ce la faccio più.

La fotografia digitale ti permette libertà che prima erano impensabili. Scatti come vuoi, quando vuoi, e soprattutto quanto vuoi. La quantità prima della qualità. Tanto non costa niente. Su 100 foto ce ne saranno 5 buone, no?

Ha ragione il fotografo che mi ha fatto un paio di lezioni; bisogna pensare un po' di più in analogico, pensare alla foto, a cosa si sta facendo, non scattare a cazzo perché tanto non costa niente. Giusto. Però non è affatto facile. E quando scatti, pensi subito meglio uno scatto in più che uno in meno.

Il risultato è quello che vedete qui (ho fatto una ricerca nella cartella dove metto le mie foto, impostando la data dal 1 gennaio 2007): che ti ritrovi in pochi mesi con migliaia di foto, che vanno guardate, analizzate, selezionate, e magari ritoccate per tirare fuori quelle 5 di cui parlavo prima. E questa cosa richiede una marea di tempo. E gli amici si incazzano perché le foto che gli hai fatto le vedono dopo mesi. E quell'idea di mettere qualche foto online viene rimandata all'infinito.

Non ci sto più dentro. Scusatemi.

Il PC nuovo NON mi sta dando soddisfazioni... 2

Piccolo aggiornamento sulla situazione, che è un po' migliorata:

- il disco nuovo è OK, nessun problema. L'unico problema è che lo sto riempiendo troppo in fretta...

- allo schermo wide mi sto abituando, ma sono quasi convinto che per lavorare sia meglio un bel 4:3

- software: Adobe Reader è stato aggiornato alla 8.1, che risolve i crash quando si usa la funzione di ricerca. Winzip invece no, ma in quel caso il problema è veramente secondario. Adobe Reader invece lo uso spessissimo. Comunque non posso esimermi dal fare il solito commento sui software che funzionano bene e man mano vengono arricchiti di centinaia di funzionalità che non usa nessuno, e nel frattempo diventano più instabili e più bacati. E più bacati su funzioni usate spesso. Ma come lo fanno il beta testing? Niente di nuovo sotto il sole.

- infine il wireless. Qui avevo sottovalutato la situazione. Il problema era bello serio. Praticamente, in maniera casuale, la scheda wireless "moriva" (addirittura si spegneva il led sul portatile!!), a volte anche due o tre volte in un giorno. Unico sistema di ripristinare il funzionamento, un bel reboot della macchina. Un po' scomodo, che dite? Una rapida ricerca nella knowledge base Dell conferma il problema. Soluzione: installare gli ultimi driver. Peccato che io avessi già quelli, anzi, quelli ancora più nuovi scaricati dal sito Intel. Allora cerco un po' nei forum, sempre sul sito Dell, e vengono fuori decine e decine di messaggi di gente con lo stesso identico problema. Pare che il problema sia nell'interazione tra la scheda Intel 3945ABG e il BIOS dei Dell, oppure con il modulo Bluetooth. Però la cosa sconvolgente è che ci sono messaggi vecchi di almeno 6 mesi, e nessuna soluzione proposta da Dell o Intel. Pare anche che il problema sia causato dai driver 11.x, e non da quelli 10.x. Verso giugno un utente posta nel forum un messaggio ricevuto da Dell, in cui gli dicono che hanno individuato il problema e sarà risolto a metà luglio con nuovi driver. Alleluja. Nel frattempo, sul sito Dell vengono tolti i driver 11.x e rimessi quelli vecchi (confermando così la teoria che il problema è stato generato dai nuovi driver). Arriva metà luglio e non esce niente, ma tanto sto per andare in ferie e me ne fotto. Infine, a metà agosto escono i nuovi driver 11.x. Nelle release notes viene fatta esplicita menzione del problema, e si scopre che il problema è causato dall'interazione con il modulo Bluetooth. Da notare che i driver sono usciti solo sul sito Dell, e non su quello Intel. Comunque li ho installati e testati per qualche giorno, e il problema sembra risolto (sgrat sgrat).

Anche qui non posso esimermi dal fare il solito commento, per cui compri tutta roba di marca sperando che sia tutto bello stabile e testato, e poi due aziendine come Dell e Intel ci mettono più di sei mesi a risolvere un problema grave come questo. Per questo motivo il tag di questo post è fanculo....

Qui lo dico e qui lo nego

Mi piace la canzone di Zucchero, "Un Kilo". E chi mi conosce sa che odio Zucchero. Sarà che sto scivolando inesorabilmente verso la massificazione?

"Il tuo cervello non muove il kilo. Poroporopompompero".