Viaggio in Giappone - giorno 12

Finalmente oggi visiteremo il mercato del pesce di Tsukiji, visto più e più volte in televisione, e famoso, oltre che per essere il più grande del mondo, anche per la caratteristica asta dei tonni (pesce per il quale i giapponesi hanno una vera e propria ossessione); l'asta comunque si svolge alle 5 di mattina, e mai abbiamo pensato davvero di alzarci alle 4 per vederla. La zona oltretutto pullula di ristoranti dove pare venga servito il sushi più fresco in assoluto. L'idea sarebbe quella di farsi una bella mangiata per pranzo subito dopo la visita. Sarà purtroppo la più grande delusione di tutto il viaggio: lo troviamo infatti deserto, chiusura straordinaria. Un vero peccato. A questo punto salta anche il pranzo a base di sushi, dato che sono le 11 di mattina e abbiamo appena fatto colazione con il solito cappuccio. Pazienza.

Decidiamo allora di tornare a Ginza e visitare il Sony Building che non eravamo riusciti a vedere qualche giorno prima. Appena arriviamo ci danno subito il biglietto per la proiezione 3D delle 13. Mancano un paio d'ore e vaghiamo per i piani, che sono ben 8, ma solo tre o quattro sono di vera e propria esposizione. Insomma, sono anni che si favoleggia di questo Sony Building sulle riviste di hi-fi, ma devo dire di essere rimasto molto deluso. La proiezione 3D è bella ma dura si e no 5 minuti, e non vale l'attesa. Per il resto, mi aspettavo di trovare TUTTA la produzione del marchio nipponico ma così non è, ci sono solo le novità e poco altro. Insomma, 3 ore buttate. Se proprio ci passate davanti, entrate a fare un giro, ma altrimenti non ne vale la pena.

Nuova tappa, il quartiere di Shinjuku. Si dice che Shinjuku racchiuda in piccolo tutte le caratteristiche di Tokyo, ma non saprei dire se è vero. Quello che so è che la sua stazione della metropolitana è allucinante, essendo una delle più trafficate del mondo (pare oltre 2 milioni di passeggeri al giorno passino di qui). Ha più di 100 uscite.



Il quartiere è nettamente diviso in due: da una parte una selva di grattacieli, dall'altra la zona di Kabukicho, piena di locali anche equivoci.

Iniziamo dalla zona dei grattacieli perché vogliamo salire al 45° piano del grattacielo del Tokyo Metropolitan Government Building, un edificio imponente progettato da Kenzo Tange. Facciamo la nostra bella passeggiata e alla fine saliamo alla terrazza (anzi, le terrazze, perché sono due). La vista è bella, ma meno emozionante di quella della Tokyo Tower.







Stiamo quasi per andare via quando succede l'incredibile. "Ma che, non si salutano gli amici?" mi sento apostrofare da un mio ex-collega. Premessa: sapevo che questa persona sarebbe stata a Tokyo negli stessi giorni in cui c'eravamo noi, ma non ci eravamo messi d'accordo in alcun modo e incontrarsi per caso in una città che supera i 20 milioni di abitanti è pazzesco. Parliamo qualche minuto, foto di rito, e poi le nostre strade si dividono di nuovo (e da allora non l'ho più visto). E con questo ci siamo giocati la vincita al superenalotto e tante altre cose...

Torniamo alla stazione della metro per andare dall'altro lato del quartiere, ma è talmente grande e piena di cose che ci facciamo risucchiare da un megastore di elettronica, BIC Camera, e finiamo lì il pomeriggio.

La sera, facciamo un salto a Shibuya, per vedere il famoso Shibuya Crossing, l'incrocio più trafficato del mondo. In effetti, allo scattare del semaforo verde una marea di gente lo attraversa in tutte le direzioni, compresa la diagonale. La piazza stessa è ovviamente ritrovo di una moltitudine di giovani, e tutti i dintorni sono pieni di locali. I neon, i cartelloni pubblicitari e i megaschermi non si contano, la zona è praticamente illuminata a giorno.







Ci perdiamo anche noi in questo bailamme... e un altro giorno se ne è andato...

Facebook+Linkedin

Quante volte abbiamo chiesto a un amico/a se aveva un amica/o da presentarci? Sarà capitato a tutti... E pensando a Facebook, ho avuto un'idea della quale Mark Zuckerberg mi ringrazierà (!).

In sostanza l'idea è questa: perché non utilizzare il meccanismo di Linkedin anche in Facebook? Linkedin, per quei pochi che non lo conoscessero, è un social network improntato alle relazioni professionali e di lavoro. E' nato molto prima di Facebook e per un certo periodo è stato abbastanza di moda; si faceva a gara con i colleghi a chi aveva la rete di relazioni più grande. E' ispirato alla teoria dei 6 gradi di separazione: un'ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari. Il sito in realtà si ferma a 3, cioè la persona che volete contattare può essere un vostro contatto diretto, oppure un contatto di un amico oppure ci possono essere due contatti fra voi. Così possiamo chiedere al nostro amico di metterci in contatto con questa persona che lui conosce. A volte è sorprendente scoprire relazioni tra le persone che neanche immaginavamo.

Facebook ti dice solo se la persona che hai trovato ha amici in comune con te. Sarebbe carino invece se si potesse creare una rete allargata di due o tre livelli; insomma se questa cosa fosse un po' più strutturata.

Tutto sommato, credo che Facebook abbia ancora una marea di potenzialità non sfruttate. Vedremo l'evoluzione.

Viaggio in Giappone - giorno 11

Oggi è la giornata delle mete insolite. In tutti i viaggi, a un certo punto si va a visitare la curiosità, quello di cui non parla nessuna guida, tanto per togliersi uno sfizio. Ecco, è oggi. Anche se in effetti il museo di Kure... anche quella era una meta insolita.

Prima tappa: il Tokyo Stock Exchange, la Borsa di Tokyo. Essendo infatti da un paio d'anni appassionato di finanza, e avendo letto che la Borsa è visitabile, decido di perderci qualche ora. E' stato anche il posto più difficile in assoluto da trovare, in quanto le indicazioni che avevo erano totalmente sbagliate. Abbiamo dovuto chiedere due o tre volte prima di arrivarci. Alla fine ce l'abbiamo fatta, e siamo arrivati proprio nel momento in cui partiva la visita guidata di un gruppo, e ci siamo aggregati. Molto interessanti le varie spiegazioni in inglese, anche se in sostanza non c'è molto da vedere, essendo tutto ormai completamente informatizzato. Rimangono solo una serie di tecnici che controllano che tutto funzioni, dentro una specie di acquario. Ma quante volte ho visto quell'immagine in tv, e adesso sono proprio qui! Mi faccio anche la foto davanti ai monitor con le quotazioni, ma ve la risparmio.



Seconda tappa: il Gundam!! La Bandai, per festeggiare i 30 anni, ha costruito un Gundam a grandezza naturale, di 18 metri, e lo ha piazzato in un parco di Odaiba (che è un'isola artificiale nella baia di Tokyo). Una cosa spettacolare! Davvero, siamo senza parole. I ricordi di bambino affiorano... chi ha meno di 30 anni non può capire... Guardate le foto e sbavate! Rimaniamo a lungo, anche per rivedere lo spettacolo: ogni ora, il Gundam accende gli occhi ed emette sbuffi di vapore, mentre una folla si distende ai suoi piedi estasiata...









Facciamo poi una lunga passeggiata per Odaiba. Odaiba è una sorta di quartiere dei divertimenti, con centri commerciali, sale giochi, ristoranti, una lunghissima passeggiata in riva al mare, una spiaggia... insomma il mare di Tokyo (c'è persino uno che prova a fare windsurf, anche se di vento non ce n'è). Sulla guida turistica è appena nominata, e credo che senza il Gundam non ci saremmo mai andati, ma l'abbiamo trovata piacevolissima. Per arrivarci bisogna prendere il treno che passa sul Rainbow Bridge, e anche questa è una cosa simpatica.



Decidiamo di restare anche per cena, in uno dei complessi, il Decks Tokyo Beach. Ceniamo in riva al mare, con vista sulla baia e sul ponte, davvero una vista spettacolare.







Solo un pensiero continua a frullarmi in testa: perché tu non sei qui con me?

Rivoluzione

Incontro da un cliente un "collega" che lavora per una società di cui noi vendiamo i prodotti. Vedo che ha un fiammante MacBook Pro nuovo.
Ma è tuo o aziendale?

No, è aziendale. Adesso possiamo scegliere tra un PC Windows o questo.

Addirittura... scelta coraggiosa, aziendalmente parlando. Ovviamente avrai qualche limitazione, dato che non sei nel dominio...

No, nessun problema, tutti i nostri tool aziendali sono su web...

Siamo alla vigilia di una rivoluzione. E' da un po' che questa cosa è nell'aria, ma vederla attuata da un'azienda con migliaia di dipendenti fa un altro effetto.

Sapete che vi dico?

Luoghi | Dubai

Dato che ultimamente si è parlato molto di Dubai (in negativo, purtroppo) ripubblico l'album del mio viaggio del 2005, con qualche foto in più che prima non mi sembrava degna.

Dubai è un posto molto particolare... o vi piace o vi fa schifo. E' una sorta di Las Vegas del Medio Oriente, in cui tutto è nuovo (fino a 20 anni fa non c'era niente), tutto è grande, tutto è esagerato, e tutto è finto. I progetti sono tutti ciclopici: l'albergo più lussuoso del mondo (il Burj Al Arab), il grattacielo più alto del mondo, le isole a forma di palma, la pista da sci con neve vera (inaugurata da una settimana quando andai), interi quartieri tirati su dal nulla in pochissimo tempo. Oggi sappiamo che tanta ambizione aveva i piedi d'argilla. Ma ero molto curioso di vederla e alla fine ci sono andato. E tutto sommato mi è piaciuta, anche se probabilmente ci sono tanti altri posti che per la maggior parte delle persone vengono prima.

Tra i lati positivi, solo 6 ore di volo, a dicembre ci sono 32 gradi e potete fare il bagno tranquillamente (l'acqua è calda), il mare è bello (anche se non c'è barriera), il livello dei servizi è altissimo (ci sono tutte le catene alberghiere del mondo) e la sicurezza è massima (di fatto non esiste criminalità). E se siete malati di shopping, ci sono dei centri commerciali enormi (adesso anche il più grande del mondo, tanto per cambiare, il Mall of Arabia mi pare). Il pacchetto di viaggio non è economico, ma poi là potete cavarvela con poco.

Insomma, una meta che può valere la pena di prendere in considerazione, solo d'inverno però, d'estate si arriva quasi a 50 gradi ed è invivibile all'aperto.


Oppure potete vedere lo slideshow qui sotto.

Viaggio in Giappone - giorno 10

Sveglia alle 8. Il letto si muove un'altra volta. E che cazzo, ma tutti adesso sti terremoti? In realtà questo è più leggero dell'altro, il lampadario non si muove. Evito di svegliare il mio socio.

Oggi prima tappa il Palazzo Imperiale, residenza dell'Imperatore. In realtà passeggiamo per i giardini, dato che il palazzo è visitabile solo un giorno all'anno (il 2 gennaio). L'unica parte visibile dall'esterno è il ponte Nijubashi (che in effetti offre un colpo d'occhio carino, se non fosse per il solito cielo coperto).



Fa un caldo assurdo... Tokyo è leggermente meno calda di Kyoto, ma oggi siamo su quei livelli...

Dopo la veloce visita al Palazzo Imperiale, assecondo nuovamente il mio socio guerrafondaio e andiamo a visitare il santuario Yasukuni-jinja, dedicato ai morti di tutte le guerre. Motivo? Perché qui c'è il museo Yushukan che conserva un esemplare perfettamente restaurato del solito aereo Zero (...) Ale è in visibilio... In realtà l'aereo è nella hall e non ci sarebbe bisogno di entrare a vedere il museo. Tento un colpo di mano, ma niente, mi tocca il giro completo, che alla fine si rivelerà ben poco interessante (per me ovviamente). Ale scherzo!

Terza tappa di oggi, la Tokyo Tower. Eravamo un po' indecisi se andare o no, dato che tutti la descrivono come una brutta copia della Tour Eiffel, ma alla fine decidiamo di darle una chance. E la decisione si rivelerà azzeccatissima...

Già sulla strada per arrivarci abbiamo una sorpresa: una sorta di processione in cui una cinquantina di persone porta sulle spalle un piccolo altare (tipo da noi le varie processioni con la statua della Madonna), cantando e gridando e invitando i passanti a unirsi a loro. Non capiamo bene cosa sia, ma l'allegria e la simpatia sono contagiose.



Arriviamo alla Tokyo Tower e c'è la solita folla immane; un addetto segna la fine della fila e il cartello dice che l'attesa per salire è di 30 minuti. Saliamo o non saliamo? Siccome in programma c'è anche la visita alla terrazza del Tokyo Metropolitan Government Office, 45° piano, e pure gratis, pensiamo di lasciar perdere. Poi però cambiamo idea e facciamo la nostra bella fila per salire.





Ho letto una volta, non mi ricordo dove, che per apprezzare Tokyo bisogna vederla dall'alto. Adesso so che è vero. La terrazza offre una vista a 360 gradi, e la megalopoli si distende sotto di noi a perdita d'occhio, e non se ne intravede la fine. Il Fuji è invisibile, coperto da un manto di foschia. Il sole sta per tramontare. Mi sembra quasi la scena di Blade Runner (lo so, sono ripetitivo, ma l'ambientazione di quel capolavoro è chiaramente ispirata alle città asiatiche) in cui Deckard va alla Tyrell Corporation, e il sole filtra attraverso l'atmosfera densa.



Il sole scompare all'orizzonte, e la città letteralmente si illumina sotto i nostri occhi... il momento è veramente di quelli da ricordare. Rimaniamo a lungo, quasi non vorremmo più andare via...







A malincuore ce ne andiamo, e percorriamo la strada a ritroso verso la metropolitana. E qui si ripropone la sorpresa di poche ore prima... sentiamo una musica provenire da un piccolo tempio nascosto tra i palazzi. La curiosità ci impone di andare a vedere. Ecco cos'era la processione di oggi, la festa di questo piccolo tempio. Il ritmo viene dato da dei battitori di tamburi che suonano davvero con molta energia e si danno il cambio molto spesso, e tutto intorno la gente balla all'unisono una danza. Le donne sono quasi tutte in kimono (e anche molti uomini). Davvero un fuori programma piacevole.



Rimaniamo un po' a guardare e a scattare qualche foto, ma poi la fame si fa sentire. Per la serata, facciamo una capatina a Roppongi Hills. Si tratta di un complesso architettonico ultramoderno, che comprende uffici, appartamenti, negozi, ristoranti, cinema, parchi, un museo, un hotel. Il tutto dominato dalla Mori Tower. In realtà ci ha un po' deluso (è tutto un po' finto) ma ceniamo in un ristorante di sushi che ci è piaciuto davvero molto, seduti al bancone con i piattini che girano sul nastro. Sarà anche la cena più costosa di tutto il viaggio, circa 50 euro in due, meno che nel mio ristorante solito a Milano. Il mito del Giappone ultracaro è definitivamente sfatato.



Tutti mi chiedono: com'è il sushi in Giappone? Non molto diverso da quello che mangio in Italia. Gli ingredienti sono semplicissimi, per cui non c'è molto da curare, se non che il pesce sia fresco. E qui lo è sicuramente, per loro è quasi un'ossessione. Per il resto, c'è una maggiore varietà di pesci utilizzati, anche se per noi non è facile cogliere tutte le sfumature nei sapori.

Ce ne andiamo molto soddisfatti. La giornata è finita, e mi rendo conto solo ora, rileggendo quello che ho scritto, che è stata davvero intensa. Una delle più belle del viaggio.

Io ne ho viste cose

"Io ne ho viste cose, che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti, andranno perduti... nel tempo, come lacrime... nella pioggia. E' tempo di morire".
Roy Batty - Blade Runner

Viaggio in Giappone - giorno 9

Tokyo arriviamo! Da oggi ci buttiamo nella megalopoli! Da dove cominciare? Tokyo non ha un vero e proprio centro, ma tanti quartieri ognuno con le sue caratteristiche.

Cominciamo dal quartiere di Asakusa, che è famoso per il tempio Senso-ji. Ancora templi? In effetti ne abbiamo visti tanti, e questo è l'unico tempio famoso di Tokyo, per cui decidiamo di toglierci subito il pensiero. E' bello, ma ormai ci siamo assuefatti. Ci impressiona però la marea di gente che c'è, si fa fatica a camminare.





Seconda tappa di oggi il vicino quartiere di Ueno, con il relativo parco, famoso anche (purtroppo) per essere rifugio di numerosi barboni, fenomeno in crescita negli ultimi anni di crisi economica. In effetti non abbiamo difficoltà a vederne molti. Il parco comunque è bello, e ospita anche un laghetto che per metà è pieno di fiori di loto (tanto che l'acqua neanche si vede) mentre l'altra metà è libera e "navigabile" anche con apposite barchette kitsch a forma di cigno (!).





Dopo il parco, torniamo verso la metro e ci imbattiamo nel nostro primo megastore di elettronica (a Kyoto non ne avevamo visto neanche uno), Yodobashi Camera. E' una cosa impressionante, sette piani ognuno dedicato a un settore specifico: un piano solo tv, un piano hi-fi, un piano computer e così via. Goduria totale il piano dedicato alle macchine fotografiche, in cui si trova TUTTO quello che uno possa desiderare, compresi accessori che da noi sono introvabili o comunque di difficile reperibilità. Purtroppo i prezzi non sono affatto buoni per noi, quasi tutto costa di più. Peccato. Ma potrei passarci una giornata intera vagando per quegli scaffali. Il socio mi porta via a forza :-)

Usciamo da un'uscita secondaria e ci ritroviamo all'imbocco del mercato Ameyoko, che è forse il più caratteristico che abbiamo visto, ed è situato sotto le arcate della ferrovia. E' bello il contrasto tra il megastore appena visitato e questa specie di fiera di Senigallia. A un certo punto ci viene fame e ci spariamo un bel kebab! (tributo alla globalizzazione)



Infine, un bel giro a Ginza. Ginza è la Montenapoleone di Tokyo, piena di vetrine luccicanti e negozi di lusso. Cerchiamo anche il famoso Sony Building, di cui da anni si favoleggia sulle riviste di alta fedeltà, ma non riusciamo a trovarlo. Mi aspettavo infatti un'enorme insegna Sony ma nulla. In compenso l'Apple Store è ben visibile. Alla fine lo troviamo ma sta per chiudere, e non riusciamo a vederlo. Pazienza.



La sera dopo cena faccio qualche altra foto notturna facendo un giro oltre l'albergo, una zona veramente tranquilla e con pochissima gente. Ma in Giappone la microcriminalità non esiste, e anche di notte potete girare tranquillamente per la città senza nessun problema (a testimonianza di questo ci sono in giro anche tante donne da sole).



E il primo giorno a Tokyo è finito.

Viaggio in Giappone - giorno 8

Il primo giorno a Tokyo (nonché la seconda parte del viaggio) inizia presto. Esattamente alle 5.07, quando mi sveglio perché il letto si sta muovendo. Ma... sogno o sono desto? No, non sogno, il letto si muove davvero. Apro gli occhi. Si muove anche il lampadario. Cigola tutto. TERREMOTO! Oddio cosa faccio? Andare sotto un tavolo... no, non ci sono tavoli. Allora sotto lo stipite della porta. Mah, le uniche porte sono quella di ingresso della stanza e quella del bagno, e non mi paiono su muri solidi. I secondi passano e la stanza continua a cigolare. "Ale, Ale, il terremoto!". "Ma dai, non è neanche troppo forte..." "Ma vaffanculo!".

Finisce. Silenzio irreale. Sarà durato 30 secondi, ma non so dirlo esattamente. Guardo la stanza, non si è staccata una vite. Però che sensazione, di angoscia, di impotenza. Io avevo sentito solo due terremoti in vita mia, ed erano stati due cagatine. Ho letto il giorno dopo sul giornale (in inglese, cosa credete) che è stato di magnitudo 6.6, più o meno come quello in Abruzzo. E' vero anche che gli edifici antisismici si muovono di più, amplificando l'effetto. Quando racconto questa esperienza, tutti mi rispondono "Ma tanto loro sono abituati". Si, loro. Io mi sono cagato sotto.

Sul momento non sono stato a rifletterci più di tanto, ma adesso, a distanza di mesi, ogni tanto mi torna in mente, quella sensazione di angoscia.

Comunque, ci rimettiamo a dormire come se nulla fosse (anche questo è surreale) e ci svegliamo tardi, troppo tardi per il giro che dobbiamo fare oggi. E' l'ultimo giorno di validità del Rail Pass e decidiamo si sfruttarlo per andare a Nikko. Nikko è a circa 130 km da Tokyo e bisogna addirittura prendere due treni per arrivarci, lo shinkansen fino a Utsunomiya e poi il trenino locale. Siccome il percorso con lo shinkansen è breve, non lo prenotiamo e ci ritroviamo a viaggiare in piedi nelle carrozze senza prenotazione che sono stracolme di gente. Al momento di cambiare treno, non troviamo subito il binario giusto e perdiamo la coincidenza. Il treno per Nikko passa infatti ogni ora e dobbiamo aspettare per un'ora il successivo. Praticamente arriviamo che sono le 15 passate. E piove.

Nikko è la classica gita fuori porta da Tokyo. Tutte le guide di viaggio dicono di farci assolutamente un giro, anche se dopo Kyoto e Nara alle città antiche con templi siamo ormai abituati, e non ci impressiona più di tanto. Però è molto carina, quasi una cittadina di montagna, con sole case basse e nessun palazzo. "Nikko is Nippon" leggiamo su numerosi poster pubblicitari alla stazione. In effetti l'atmosfera non ci è dispiaciuta.

La zona dei templi è abbastanza lontana dalla stazione, e vi si accede attraverso il ponte Shinkyo, considerato sacro. In realtà vaghiamo abbastanza senza meta, e le indicazioni tutte in giapponese non aiutano.







E' già ora di tornare a Tokyo. Usiamo il Rail Pass per l'ultima volta. Ceniamo nel nostro quartiere, ma non mi ricordo dove. E faccio qualche altra foto notturna (il minicavalletto si è rivelato un acquisto davvero fondamentale).





Da domani, Tokyo fino alla fine del viaggio.

Intendo...

"Non dovevo credere che B. fosse diversa.

Già...

Si... lei è... fatta così...

Intendo... Intendo dire che è stupido, da parte tua, volerla diversa da quello che è... Comunque sta cambiando...

Come lo sai?

Avrebbe potuto avere me... e ha scelto te. Ha solo bisogno di qualcuno che creda in lei."


N. e C. - GG (stagione 2, episodio 21)

Viaggio in Giappone - giorno 7

Oggi si conclude la prima parte del viaggio e ci trasferiamo a Tokyo. Ci manca però da vedere uno dei templi simbolo di Kyoto, il Kinkaku-ji. Per questo motivo abbiamo prenotato lo shinkansen per Tokyo per il pomeriggio, alle 16 circa.

Prima però di visitare l'ultimo tempio, facciamo un salto al mercato Nishiki; il nostro hotel è proprio a due passi, ma non ce ne eravamo mai accorti perché andavamo sempre nella direzione opposta. Si tratta di un mercato coperto (meglio, dato che anche oggi piove discretamente), in una stretta stradina davvero lunghissima. Più che altro si vendono cibarie varie, molte delle quali non riusciamo neanche a capire cosa sono. Molto pittoresco, vale sicuramente una passeggiata, anche se non dovete aspettarvi una cosa in stile suk, anche qui tutto è molto preciso e ordinato.







Dopodiché riprendiamo l'autobus e andiamo a vedere il famoso tempio Kinkaku-ji, detto anche Padiglione d'Oro (da non confondere con il Ginkaku-ji visto qualche giorno fa). Molto scenografico il colpo d'occhio, anche se il Kiyomizu-dera nel complesso rimane il più bello secondo me. L'atmosfera poi è stata rallegrata da due signorine in kimono che, a grande richiesta popolare, si sono dovute prestare a posare davanti al tempio (e con le quali non ho resistito a farmi fotografare anche io).





Torniamo quindi in hotel a prendere le valigie, lo shinkansen per Tokyo ci aspetta. Ne approfitto per testare il bagno della hall in un momento di transizione (vi racconterò).

Arriviamo in stazione in ritardo, e il nostro treno delle 15.56 è già passato. Sono le 16.20 circa. Vado quindi all'ufficio prenotazioni pronto a prostrarmi per aver bucato la prenotazione, ma l'addetto non fa una piega, annulla i vecchi biglietti e mi chiede se vogliamo prendere il treno delle 16.29 o quello delle 16.56. Sono senza parole... e opto per il secondo per fare le cose con calma...



Arriviamo a Tokyo che è già buio, e negli ultimi minuti il treno si insinua nella metropoli passando vicinissimo ai grattacieli e a una moltitudine di insegne luminose... Il paesaggio urbano di Tokyo è davvero alla Blade Runner.

Poche fermate di metropolitana e siamo al nostro hotel, nel quartiere di Akasaka. La posizione si rivelerà perfetta (5 linee di metro a 300m, Starbucks a 100m dalla metro, davanti a un parco tranquillissimo ma vicino a due strade piene di ristoranti).

Usciamo subito a fare un giro nel quartiere e a mangiare; finiamo in un ristorante dove all'ingresso ci fanno togliere le scarpe (dopo aver scarpinato tutto il giorno... immaginate voi...) e sedere a un tavolo basso. Proverò i ravioli (gyoza), e sarà una delle poche cene che non mi ha proprio soddisfatto del tutto, anche se l'atmosfera molto intima e soffusa mi è piaciuta.

Ne approfitto anche per fare qualche foto notturna d'effetto.





"Il cielo sopra il porto aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto". Così inizia "Neuromancer" di William Gibson, romanzo culto del filone cyberpunk che ho letto anni fa (senza capirlo, tra l'altro). La frase in questione si riferiva a Chiba, che è a pochi km da Tokyo. Adesso so cosa vuol dire (vedi foto qui sopra).

La prima parte del viaggio è conclusa, passeremo tutti i giorni che ci restano a Tokyo. Tranne domani, che andremo a Nikko.

Viaggio in Giappone - giorno 6

Oggi sveglia molto presto, alle 8.02 abbiamo lo shinkansen che ci porterà a Hiroshima (prenotato ieri quando siamo partiti per Nara, insieme a quello che domani ci porterà a Tokyo). L'idea è quella di passare la mattinata lì, e nel pomeriggio vedere l'isola di Miyajima e il museo di Kure (che sono ai due lati opposti della baia di Hiroshima).

Il treno ci porta in un paio d'ore a destinazione, puntualissimo come sempre. All'uscita della stazione, una coda immane ci attende alla fermata dei tram. In realtà l'efficienza nipponica fa si che bastino 10 minuti per salire sul tram che ci porta in centro, al A-bomb Dome con annesso Museo della Pace.

Eccolo qui dunque, il simbolo di una delle tragedie dell'umanità. Uno dei pochi edifici rimasto in piedi dopo l'esplosione, che si è deciso di conservare per sempre così com'era, mentre tutto il resto della città è stato ricostruito completamente (Hiroshima è oggi una città molto moderna). Piove, e questo aggiunge tristezza al momento che è già triste di suo.

Visitiamo poi il Museo della Pace, e questa è la prima volta che provo fastidio per il famigerato "affollamento" giapponese. C'è davvero una marea di gente, e oltretutto è il 9 agosto, solo tre giorni prima (il 6 agosto) era l'anniversario dell'esplosione con tanto di cerimonie commemorative.





Sinceramente, Hiroshima è la tappa che mi è piaciuta meno di tutto il viaggio. Non c'è quasi nulla da vedere, e quello che c'è mette una tristezza infinita. Il tutto in una giornata grigia e piovosa. Però come fai a venire in Giappone e non visitare Hiroshima?

Nel pomeriggio, capiamo che non ce la facciamo a vedere sia Miyajima che il museo di Kure, e optiamo per quest'ultimo, anche perché continua a piovere e l'isola non ce la godremmo. Peccato. Prendiamo perciò il trenino per Kure, dove il mio socio guerrafondaio mi farà visitare il museo della marina giapponese e il museo Yamato (la famosa corazzata della seconda guerra mondiale, costruita proprio nei cantieri di Kure).

Il museo della marina giapponese, anzi JMSDF (Japan Maritime Self-Defense Force) è molto interessante e comprende anche un sottomarino di 76 metri parcheggiato lì fuori e visitabile anche all'interno!! E tutto questo ben di Dio gratis! Il museo Yamato invece è tutto dedicato all'omonima nave e comprende tra le altre cose un modellino scala 1:10 e un vero aereo Zero (motivo del viaggio in Giappone del mio socio... :-). Le foto rendono meglio l'idea.





Infine ce ne torniamo indietro con il trenino e facciamo appena in tempo a prendere lo shinkansen per tornare a Kyoto. Arriviamo verso le 22 e decidiamo di mangiare qualcosa direttamente in uno dei locali della stazione. Purtroppo abbiamo una brutta sorpresa; i giapponesi hanno infatti l'abitudine di mangiare presto e verso le 21-21.30 molti ristoranti già chiudono (o almeno chiudono la cucina). Infatti ne proviamo un paio ma veniamo rimbalzati senza pietà (anche in uno in cui c'era ancora molta gente che mangiava). Torniamo perciò in hotel e finiamo per mangiare un tramezzimo allo Starbucks (unico locale aperto). La peggiore cena di tutto il viaggio. Bah... Sarebbe stato meglio comprarsi un bento (le scatole con il cibo già pronto) e mangiarla sul treno come abbiamo visto fare spesso a loro. Sarebbe stata un'altra esperienza giapponese.

Domani ci trasferiamo a Tokyo, ma prima abbiamo ancora un paio di cose da vedere qui...