Viaggio in Giappone - giorno 14

Ultimo giorno in Giappone. Sveglia presto. Metro fino a Ueno. Qui prendiamo il treno della Keisei Line per Narita (invece del Narita Express che costa il triplo, tanto abbiamo tempo). Per la prima volta le indicazioni sono un po' scarse e rischiamo di sbagliare treno, ma un nepalese (!) che sta riaccompagnando i parenti ci dà la dritta giusta. Il treno in realtà è proprio un locale, che fa tutte le fermate. Osservo la varia umanità. Guardo fuori dal finestrino. Ormai mi sono abituato al paesaggio giapponese completamente urbanizzato. Ma guardo fuori lo stesso.

Aeroporto. Check-in. Immigrazione. Timbro "Departed" sul passaporto. Colazione. Spendiamo gli ultimi soldi. Trovo un mini pupazzetto di Doraemon vestito da Samurai. Lo compro. Anzi due, uno anche per mio fratello. Poi penso che non mi sono comprato neanche una maglietta, non ne ho trovata neanche una decente in tutto il viaggio. Figurarsi se la trovo qui. E invece la trovo. Bianca, con le scritte in giapponese e l'onda di Kanagawa stilizzata. Bellissima. Chissà quando la metterò.

Rincontriamo la coppia torinese conosciuta al santuario di Inari Fushi-Tashima. Ciao come va? Lei parte, lui resta a studiare giapponese altre tre settimane. Beato lui.

Aereo. Yuppi, stavolta il mio monitor funziona. Il monitor si. La presa per le cuffie no. Grazie Alitalia, again. Dopo sei ore minaccio Ale, che mi cede il suo posto. Mi sparo 3 film in fila. Litigo con quelli davanti a me che stanno 11 ore con il sedile reclinato. Mangio l'anguilla giapponese. La tizia di fianco a noi con la faccia da pazza si alza almeno dieci volte per andare in bagno (e ci fa alzare anche a noi). Che palle. Non dormo.

Atterriamo. Altoparlante: "Lo sbarco avverrà dalla porta anteriore. L'autobus vi porterà al terminal". Passeggero: "Nooo, perché l'autobus?". Io: "Perché non siamo più in Giappone". Passeggero mi guarda e annuisce sconsolato.

Aspettiamo i bagagli per un'ora e dieci minuti. Gli addetti dell'aeroporto a cui chiediamo che fine hanno fatto le nostre valigie sono molto gentili, talmente gentili che alcuni vorrebbero mettergli le mani addosso. Decisamente non siamo più in Giappone.

Conclusioni

Un viaggio meraviglioso. Devo innanzitutto ringraziare il mio compagno di viaggio Alessandro, senza il quale questo mio sogno non si sarebbe mai avverato. Ci sarebbero voluti due o tre giorni in più, ma va bene così. E' stato tutto perfetto, tranne una cosa: il caldo soffocante. Mi porto dietro tanti ricordi, che pian piano sbiadiranno. Ma ho fatto tante foto...

Lo shinkansen. Il Gundam. Le insegne luminose che illuminano il cielo anche di notte. I templi di Kyoto e la modernità di Tokyo. Il terremoto. Il sushi al bancone con il nastro che gira. Il laghetto di Ueno. I megastore di elettronica. I grattacieli. La metropolitana. Girare di notte nella città e sentirsi sicuri. La gentilezza dei giapponesi. Le ragazze in kimono. Quanti ricordi... tutto questo (e molto di più) è il Giappone.

Per il momento questo è l'ultimo post; magari quando ne avrò voglia ne farò un'altro con tutte le curiosità che abbiamo trovato in questo splendido Paese.

Dell'ultimo giorno non esistono foto. Così il cerchio si chiude. E si ritorna all'inizio.

Sayonara!

1 commento:

  1. Impagina il tuo viaggio in Giappone, fanne una versione stampabile con qualche foto.

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