Viaggio in Giappone - giorno 4

Oggi è la giornata dei templi. Kyoto, essendo l'antica capitale del Giappone, è letteralmente costellata di templi grandi e piccoli (secondo la guida sono circa 1800). Quelli più famosi sono una decina e sono situati ai margini della città, a est e a ovest, motivo per cui conviene visitare un giorno quelli a est e l'altro quelli a ovest. Sono raggiungibili solo in autobus. Decidiamo di iniziare con quelli a est. Compriamo perciò il biglietto giornaliero direttamente in hotel (500 yen) e ci danno anche un'utile cartina per orientarci; la cosa difficile più che altro è capire dove sono le fermate (i cartelli sono minuscoli) e soprattutto azzeccare la direzione (un paio di volte siamo dovuti scendere e risalire dall'altra parte).

Piccola parentesi sugli autobus: si sale da dietro e si scende davanti, e si paga prima di scendere davanti all'autista. Così si neutralizzano i furbi, che peraltro in Giappone non esistono (inconcepibile non pagare per loro). Persino sugli autobus ci sono ampi display che riportano la prossima fermata con tanto di annunci sonori. Gli autisti hanno sempre i guanti. Tutto come da noi.

Il primo tempio che visitiamo è il Ginkaku-ji, detto anche Padiglione d'Argento. Purtroppo non ce lo godiamo più di tanto perché un'ampia parte è in restauro e quindi chiusa al pubblico. Il giardino però è molto bello.



Passiamo poi al tempio Kiyomizu-dera, che personalmente è quello che mi è piaciuto di più. E' composto da diversi edifici, con il principale che è su palafitte e affacciato su uno strapiombo. La stradina per arrivarci è stretta e ripida, e costeggiata da negozietti che vendono di tutto. Molto turistico, ma comunque piacevole (anche perché i giappi non vi importunano MAI con la richiesta di acquistare qualcosa). C'è anche la fonte sacra con l'acqua che cade dall'alto. Davvero uno spettacolo.











Infine, decidiamo che il terzo tempio della giornata debba essere il Sanjusangendo, che ha al suo interno ben 1000 statue della dea Kannon. E qui succede il guaio: sulla cartina non lo trovo, mi confondo sul nome e ci dirigiamo invece verso il tempio Sennyuji. Oltretutto la fermata dell'autobus è a ben 700 metri e dobbiamo chiedere più volte prima di arrivarci. Siamo stravolti dal caldo e quando arriviamo il dubbio ci viene. Alla fine capiamo che abbiamo sbagliato tempio, ma ormai siamo lì e decidiamo di visitarlo lo stesso. E' tutto scritto solo in giapponese (negli altri invece c'erano anche scritte in inglese) e siamo gli unici occidentali presenti. Anzi, a un certo punto all'interno ci siamo solo noi, in questo tempio sperduto in mezzo alla boscaglia. Almeno abbiamo visto un posto fuori dai soliti percorsi turistici. E' stata una bella sensazione.



Infine, la sera torniamo a Pontocho, quella vera però! Infatti scopriamo che quella che avevamo visitato la prima sera, non era la via in questione bensì la parallela! Pontocho è una stretta stradina, larga si e no un paio di metri, su cui si affacciano decine e decine di locali, soprattutto ristoranti e case da the. La maggior parte però sono esclusivi e inaccessibili agli occidentali, se non presentati da un giapponese. La passeggiata comunque è piacevole e mi offre lo spunto per qualche bella foto.





Facciamo un giro anche sul lungofiume, dove si ritrovano centinaia di giovani, seduti a bere qualcosa, ascoltando gruppetti rock improvvisati. E' venerdì sera, e c'è davvero tanta gente. Rimango sorpreso nel vedere tante ragazze giovani indossare il kimono, anzi a essere precisi lo yukata (kimono estivo). Come queste ragazze che attendono il loro turno in un locale karaoke. Faccio loro segno se posso fotografarle e si mettono in posa, con le solite dita a forma di V (ancora non ho capito perché assumono sempre questa posa).



E la giornata è finita. Domani si va a Nara.

1 commento:

  1. Che spettacolo... gli autisti del bus con i guanti? Anche da no all'ATM!! :)

    Belle le foto... anche gli edifici (con questi tetti) sembrano quasi tutti uguali... sì, lo so, sono ignorante! :)

    Ciaoooooooo

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