Viaggio in Giappone - giorno 2

Atterriamo all'aeroporto di Tokyo Narita alle 9 di mattina circa (ora locale, per noi sono le 2 di notte). Scendiamo dall'aereo con il comodo finger e cominciamo a dirigerci all'uscita. L'aeroporto sembra deserto. Arriviamo quindi al controllo passaporti dove l'efficienza nipponica inizia a palesarsi: ci sono un sacco di banchi aperti e un simpatica sciura smista il traffico. Formalità velocissime, impronte, foto (e vabbè). Dopodiché recuperiamo le valige (che erano già sul nastro) e ci mettiamo in coda alla dogana. Al tizio davanti a me fanno aprire il bagaglio, a me invece nulla e a questo punto siamo ufficialmente in Giappone.

In effetti l'arrivo è un po' inquietante perché quasi tutti gli addetti che incontriamo indossano le mascherine. I giapponesi hanno quest'abitudine, cioè una persona con l'influenza si mette la mascherina per non spargere i suoi germi in giro come gesto di cortesia. Però in questo caso credo sia il contrario... Ci misurano anche la temperatura con la telecamera a infrarossi.

Prima di uscire abbiamo però altre incombenze da sbrigare. Prima di tutto cambiamo i soldi (anche qui un addetto ci aiuta a compilare il modulo), poi compriamo i biglietti bi-giornalieri per la metro di Tokyo (quelli venduti in aeroporto costano un po' meno), e infine andiamo all'ufficio della JR per avere il tanto agognato Japan Rail Pass (che permette 7 giorni di viaggi illimitati su quasi tutta la rete ferroviaria giapponese, e va acquistato prima perché in Giappone non lo potete comprare!). Qui ci prenotano direttamente il Narita Express fino a Shinagawa e lo shinkansen fino a Kyoto.







Abbiamo deciso infatti di fare il giro al contrario, prima Kyoto e poi Tokyo. Questo per evitare di dover tornare da Kyoto il penultimo giorno e dover prenotare un'ultima notte a Tokyo. Inoltre, la settimana di ferragosto (pur non essendo per loro festivo) anche i giapponesi si spostano molto (il rito dell'Obon, in pratica tornano al paesiello natio), per cui abbiamo deciso di anticipare tutti gli spostamenti alla prima settimana e stare la seconda a Tokyo.

Saliamo quindi sul treno e ci mettiamo a guardare fuori dai finestrini come due bambini... La prima cosa che notiamo sono i pali della luce con il trasformatore come nei cartoni animati! Per il resto, distese di campi e casette a due piani, piccole piccole.

Siamo in Giappone!!

Arriviamo alla stazione di Shinagawa puntualissimi e qui seguiamo i cartelli per gli Shinkansen track. Il nostro treno dovrebbe partire alle 13.10, sono le 13.07 e ancora non si vede. Ma ecco che, all'orario esatto, compare un bellissimo N700. Saliamo e ci piazziamo nei posti prenotati. Il treno riparte al volo (sarà stato fermo si e no un minuto) e in 2 ore e 38 minuti ci porta a Kyoto (507 km!! Media di 192 km/h). Questi treni sono favolosi, bellissimi, pulitissimi, puntualissimi. Ci sono troppe cose da dire, gli dedicherò un post apposito.

Siamo a Kyoto, dunque, ma non siamo ancora arrivati. Mancano tre fermate di metropolitana. E qui c'è la prima difficoltà: acquistare il biglietto alle macchinette automatiche che sono solo in giapponese. Dopo un paio di tentativi a vuoto, riusciamo nell'impresa. Dovremo farci l'abitudine, perché sono diffusissime per comprare qualsiasi tipo di biglietto e spesso non esiste la biglietteria "umana".

Scendiamo quindi alla fermata di Karasuma Oike e qui scatta la seconda difficoltà, orientarsi e trovare l'albergo. Nonostante avessimo la piantina, non riusciamo a capire dove siamo esattamente. Chiediamo a un ragazzo (non giapponese) e lui ci indica la strada. In realtà eravamo a 100 metri dall'albergo. Questo è anche il primo momento in cui prendiamo contatto con il mondo esterno (finora eravamo rimasti sempre nella bambagia dell'aria condizionata): un caldo umido soffocante, cielo coperto, cappa. E nei giorni seguenti sarà anche peggio. E biciclette, tante! Se non stai attento rischi di essere investito...

L'albergo è bello, in pieno centro, anche se la stanza è piccola (come ci aspettavamo, è tipico degli hotel giapponesi). Ci facciamo una doccia e usciamo subito a fare un giro, con l'idea anche di mangiare qualcosa. Siamo stanchissimi. Ci dirigiamo quindi verso il quartiere di Pontocho, il quartiere dei divertimenti, lungo il fiume Kamo.





Vaghiamo, vaghiamo, e non riusciamo a deciderci su dove entrare a mangiare (la zona è piena di locali e ristoranti). Alla fine optiamo per un posto molto carino (anche se forse un po' turistico, ma c'erano anche giappi), scelto per via delle enormi vetrine con i piatti finti in esposizione (un'altra costante che troveremo ovunque). Le cameriere sono in kimono, e io non resisto e mi sparo subito un piatto di sushi. Del resto sono in Giappone no?



In realtà la cena non ce la godiamo più di tanto perchè la stanchezza si fa sentire, siamo svegli da quasi 30 ore. Torniamo perciò in hotel e stramazziamo a letto.

2 commenti:

  1. Come inizio non c'è male! :)

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  2. Bravo Bravo....Foto ottime...ottimo racconto!!!
    Attendo il seguito...

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