Scibile umano (musicale)

Da ragazzino, in una vacanza in Loira e Bretagna con i miei, conobbi un simpatico signore romano, di professione fotografo, con un nome che non si può dimenticare: Corinto. La passione per la fotografia mi sarebbe venuta tanti anni dopo, ma una passione me la fece venire subito: quella per la musica.

Io all'epoca ascoltavo solo roba commerciale, ero succube del marketing, guardavo Deejay Television. Lui mi disse: "Devi andare oltre quella roba, devi ascoltare roba seria, i grandi gruppi" e mi snocciolò un po' di nomi buoni per cominciare.

Tornato da quella vacanza, mi piazzai a casa del mio migliore amico dell'epoca, in quanto grazie al fratello maggiore era dotato di un gran bello "stereo" tutto a componenti separati, con giradischi, radio digitale, piastra con comandi a sfioramento e Dolby B/C, due casse enormi in una cameretta minuscola e soprattutto una ricca collezione di dischi in vinile che comprendeva molti dei nomi per me ancora nuovi. Ascoltai lì l'ascoltabile.

Nel frattempo stava iniziando l'era del CD, e come resistere. Mi comprai anche io un bell'impiantino a componenti separati, tutto Pioneer (ampli da 50w, lettore CD e doppia piastra, e purtroppo anche le casse) in comunione con mio fratello. E lì iniziò il mio percorso.

Ero talmente intrippato che cominciai a leggere riviste di hi-fi. Presto le casse Pioneer vennero sostituite da una coppia di Mission 751 (uno dei migliori acquisti mai fatti, ve ne avevo già parlato qui) ma l'impianto non cambiò mai. E cominciai ad ascoltare sempre più dischi. Bisognava dare un ordine al mio percorso. Mi comprai un libro, "Rock: 500 album da collezione" di Casalini e Corticelli (pare che adesso sia introvabile), che indicava appunto i migliori 500 album della storia. Non sempre ci azzeccava, ovvio, rimane comunque un campo molto discrezionale, ma spesso sì. Era strutturato in ordine alfabetico, per gruppi o singoli cantanti, e di ognuno indicava una breve storia e gli album fondamentali. Era molto tagliato sugli anni 60 e 70, obiettivamente il periodo d'oro del rock.

Il problema era, allora come oggi, che i CD costavano discretamente, non potevo comprarne decine come il percorso di studi avrebbe richiesto. E qui entra in gioco GiòGiò. Chi è di Milano forse se lo ricorda. GiòGiò era una catena di negozietti che affittavano CD, attività che non era chiaro se fosse legale o no. E infatti non lo era, e ad un certo punto chiusero. Io andavo in quello in via Broletto. Se non ti ci portava qualcuno non lo avresti trovato mai. Bisognava entrare in un portone anonimo senza nessuna indicazione, andare fino in fondo, uscire in un cortiletto, attraversarlo, ed entrare in una porticina all'angolo opposto. Qui si entrava in una stanza di più o meno 5x5 metri, le cui pareti erano interamente tappezzate di copertine di CD dentro bustine di plastica trasparenti. Ogni gancetto corrispondeva a un gruppo. Se c'era la copertina, vuol dire che il disco era disponibile, altrimenti era fuori. Il bello è che l'organizzazione delle copertine sulle pareti non seguiva alcuna logica, ma erano messe in modo assolutamente casuale. Dopo un po' che andavi cominciavi a imparare e poi più o meno ti ricordavi la "zona" dove c'era quel certo gruppo. Oppure chiedevi al tizio che si ricordava tutte le posizioni a memoria. E spesso dovevi aspettare perché non ci si stava in più di 7 o 8 persone.

Il pomeriggio dopo la scuola partivo, e me ne tornavo a casa ogni volta con 5 o 6 CD che poi registravo su cassetta. Rigorosamente TDK, e per gli album ritenuti più meritevoli nastro al cromo. Poi trascrivevo meticolosamente titoli e durata dei brani sulla custodia. Ah, che bei tempi... così imparai a conoscere Pink Floyd, Dire Straits, Deep Purple, Led Zeppelin, Santana, Emerson Lake and Palmer, Yes, King Crimson, Supertramp, The Doors, Who, Genesis, Beatles, Hendrix e anche cose un po' più moderne, tipo Tears for Fears, Vangelis, Marillion e tanti altri. Poi gli album che mi piacevano di più me li compravo originali.

Andai avanti così per un po', poi il sacro fuoco della musica come era venuto se ne andò. Non so neanche io perché, ma smisi di ascoltare cose nuove, e poi smisi di ascoltare del tutto. E si che mi piaceva così tanto... Ascoltavo gli album in maniera scientifica, non li sentivo mentre facevo altro, mi mettevo lì e facevo solo quello.

Ho continuato a leggere riviste di hi-fi ma più che altro per l'ambito home-theater. Nel frattempo il mondo è un po' cambiato, tante pippe ci facevamo per raggiungere il suono perfetto, che ormai al mondo si ascolta solo musica compressa. Che beffa, eh? E io ne sono rimasto fuori, credo di aver scaricato si e no cinque mp3 in vita mia.

E adesso? Ho scoperto questi siti dove puoi ascoltare quasi tutto quello che vuoi, legalmente, e on demand quando lo vuoi tu. Siti come Deezer e Songza. Fantastici. Lo scibile musicale disponibile a richiesta, e gratis (per ora). Il percorso potrebbe ricominciare da dove lo avevo lasciato. Il problema è sempre quello: manca la risorsa più preziosa, il tempo.

Internet sta diventando un archivio di tutto lo scibile umano, in tutte le forme. Musica, film, video, libri, conoscenza, sapere. Tutto ciò è fantastico. Speriamo non mi travolga.

4 commenti:

  1. Un'ora, ogni tanto per la musica si trova sempre. E le "nuove tecnologie" ti permettono di ascoltare la "tua musica" ovunque. Corinto l'ha attaccata a te, tu l'hai attaccata a me e io non ho mai smesso. Un'ora la trovi e un iPod te lo porti ovunque.

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  2. Il mitico giogiò.. Ho ancora la tessera da qualche parte! :)
    All'inizio non era nemmeno una catena, c'era solo quello in broletto...

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  3. Giusto una damanda che da tempo di volevo fare. Quando ti ho conosciuto tu eri quello che definirei "un Purista del suono". Ricordo le interminabili discussioni tra te e Luca. E la mia curiosità è stata infatti alimentata dal nostro ultimo incontro....Ma come ti poni rispetto a questa "PodGeneration"? Una volta si ascoltava il vinile ora tutti ascoltano MP3.

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  4. @Winston Smith: anche io dovrei averla da qualche parte... ma chissà dove. Ma chi sei? Ti conosco?

    @Fayd: è vero, ero un audiofilo. Ma credo di non esserlo più, o meglio, mi piace ascoltare bene, diciamo oltre una soglia minima di qualità, ma non sono più esaurito come ero in quegli anni. A parte che alla fine di follie non ne ho mai fatte...

    Comunque, la gloriosa rivista AudioReview lo aveva previsto: attenzione, questa musica compressa ci sta invadendo, e invece di andare verso un miglioramento della qualità andiamo verso un peggioramento. E' successo, era inevitabile. La musica si è smaterializzata e la qualità tecnica è peggiorata. DVD Audio e SACD sono morti. Il CD morirà tra pochi anni. Basta oggetti da tenere in mano. Basta copertine.

    E' da quando che me ne interesso che si dice che l'Alta Fedeltà è destinata a morire. Credo non succederà, è sempre stata una nicchia per appassionati e continuerà ad esserlo. Nicchia nella nicchia. Nel frattempo dobbiamo difenderci da tecnologie che nascono e muoiono nel giro di mesi.

    Stiamo meglio o peggio? Boh...

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