Niente pasti gratis


Era da tempo che volevo fare un bel post sull'ecologia. A parole siamo tutti ecologisti, ma i fatti sono ben diversi. E' un argomento che si potrebbe affrontare da molteplici punti di vista, e non è detto che non torni a parlarne in futuro.

Oggi lo spunto mi arriva da un bell'articolo del Corriere Economia sul World Energy Congress appena svoltosi. Vale davvero la pena di leggerlo.

Cito solo qualche passaggio. Al di sotto di questa riga riporto i passi salienti dell'articolo.

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Entro il 2050 raddoppierà il fabbisogno globale e si dovrà soddisfarlo cercando di arginare al massimo l’effetto serra.

Su un punto tutti sono concordi: colmare il deficit di energia che si prospetta per metà secolo sarà un'impresa epocale. La domanda mondiale punta al raddoppio entro il 2050: lo conferma uno studio presentato dal World Energy Council. A spingere i consumi sarà il boom demografico, che porterà gli utilizzatori di energia da sei a nove miliardi di utenti. I combustibili fossili — petrolio, gas naturale e carbone — saranno sufficienti a coprire la maggior parte della domanda fino a metà secolo, ma non il raddoppio.

Ora al mondo non manca l'oro nero. Scarseggia solo quello facile da estrarre e raffinare. Le riserve di carbone sono quasi sconfinate. Ma il rischio del cambiamento climatico ha già portato a dichiarazioni di volontà politica per una drastica riduzione delle emissioni da combustibili fossili nell'ordine del 50% o anche più, entro il solito 2050. Quindi le fonti fossili saranno, comunque, da sostituire alla lunga.

Se al momento attuale l'umanità consuma in media 14 terawatt al secondo, nel 2050 avrà bisogno di almeno 28 terawatt-secondo. Dunque, da qui a metà secolo, il pianeta non dovrà trovare solo 14 terawatt-secondo aggiuntivi per soddisfare la nuova domanda, ma anche molto di più da fonti carbon-free, per arginare l'effetto serra.

Da dove? Si parla tanto di ritorno al nucleare. Ma anche qui i conti non tornano: costruendo ottomila centrali a fissione (da un gigawatt l'una) si potrebbero ottenere 8 terawatt di potenza. Una bella risorsa, se non fosse che a questo ritmo, con le tecnologie in uso, l'uranio andrebbe esaurito nel giro di dieci anni. Considerazioni analoghe valgono anche per le fonti rinnovabili. Per una potenza oscillante fra i 7 e i 10 terawatt dalle biomasse, bisognerebbe ricoprire l'intera superficie agricola del pianeta con piante adatte a fare da biocombustibile, lasciando spazio alle città, ma senza più nulla da mangiare.

Con il vento, si otterrebbe molto meno: al massimo 2,1 terawatt, ricoprendo di pale eoliche tutte le aree dove soffiano abitualmente venti sostenuti. L'energia geotermica dei continenti è stimata in 11,6 terawatt, ma non sarebbe molto pratico andarla a raccogliere. Anche l'idroelettrico potrebbe contribuire poco al futuribile deficit energetico con 0,7 terawatt, ma solo costruendo nuove dighe in tutti i fiumi rimasti.

Un caso a parte è il sole, l'unica fonte rinnovabile con un potenziale sufficiente a coprire il deficit di 10-20 terawatt di energia carbon-free da qui al 2050. Ma non è facile sfruttare questo bacino potenzialmente inesauribile: con le attuali tecnologie è troppo costoso e impraticabile.

In sostanza con gli strumenti attuali non c'è soluzione al problema energetico.

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Come vedete, la situazione è grama. E ne ho piene le palle di tutti quei finti ecologisti che insistono per il solare, l'eolico e tante altre cose che allo stato attuale NON sono soluzioni, e probabilmente neanche domani.

Cito da un'altro articolo molto interessante:

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Il principale colpevole dell'effetto serra è l’anidride carbonica (CO2), prodotta dall’uomo in concentrazioni sempre maggiori bruciando combustibili fossili. All’inizio dell’800 la concentrazione dell’anidride carbonica in atmosfera non superava le 280 parti per milione, oggi arriva a 380 parti per milione Il dato più alto da 20 milioni di anni a questa parte.

C’è di che preoccuparsi? Certamente sì, ma senza indulgere al catastrofismo. Certo, a leggere il rapporto non c’è da stare tranquilli. Arrestare la crescita dell’anidride carbonica è praticamente impossibile. Si può solo rallentarla. A seconda di quanta anidride carbonica continueremo a emettere, infatti, la variazione di temperatura potrebbe essere compresa fra 1,5 e 5 gradi, con conseguenti scenari disastrosi che vanno dalla carenza d’acqua disponibile alla diffusione di epidemie, dalla riduzione delle terre fertili fino al completo scioglimento e delle calotte polari e all’innalzamento dei mari.

Ma bisogna tener conto del fatto che l’aumento di anidride carbonica è da associare alla crescita economica e all’uscita dalla povertà di circa 3 miliardi di persone. In sostanza occorrerà vedere come sapremo conciliare una contraddizione che è tutta nei numeri di questo pianeta. Un pianeta che non è mai apparso così ospitale.

Lo dicono i dati della stessa organizzazione dell’Onu: la popolazione umana è cresciuta raggiungendo il suo massimo storico e non sembra flettere. Dai 2 miliardi e mezzo del 1950 siamo saliti a oltre 6 miliardi e dovremmo essere circa 9 nel 2050. Non solo: aumentano l’età media e l’aspettativa di vita. Questo significa che, malgrado tutto, le condizioni sulla Terra non sono mai state così adatte allo sviluppo della specie umana. Per di più, il mondo sta conoscendo la fase di più lunga crescita economica della sua storia. Non limitata, com’era accaduto nel passato ai Paesi occidentali, ma estesa sino a comprendere miliardi di nuovi individui.

Se ci fosse un vero e duraturo peggioramento delle condizioni ambientali, però, dovremmo attenderci un’analoga riduzione della popolazione, come avviene in tutti gli ecosistemi. Fa parte dei meccanismi di feedback che costituiscono l’intelligenza del nostro pianeta. Guerre, catastrofi, carestie contribuirebbero a questa riduzione. Se vogliamo evitarle, dobbiamo agire. Tutto dipende dalla velocità con cui la situazione si evolverà. Se l’aumento di temperatura si manifestasse con gradualità, avremmo il tempo per adattarci, sia riducendo il nostro impatto sull’atmosfera sia mitigando le conseguenze negative. Se invece il cambiamento fosse rapido e improvviso, ne pagheremmo conseguenze molto più dure.

Il rapporto dell’Ipcc non lascia dubbi: solo ricorrendo alla cultura e alla tecnologia, due strumenti potentissimi di cui solo la specie umana dispone, potremo salvarci da un triste destino.

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2 commenti:

  1. Si, interessante. Io sono un pò perplessa però. E'vero che una fonte energetica pulita e inesauribile (e utlizzabile senza problemi) non c'è ancora, ma dobbiamo in qualche modo contribuire anche in piccolo da cittadini alla situazione attuale.

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  2. Ma lo sai che proprio stamattina ho sentito una notizia alla radio sull'effetto serra??? circa l'80% del riscaldamento globale è causato dalla flautolenza dei bovini d'allevamento (noi aumentiamo, vogliamo il latte, vogliamo la fiorentina e ci becchiamo le flautulenze!!) Comunque... l'ex moglie di Paul McCartney, ora capisco perchè è ex, ha fatto una proposta... Invece di bere il latte di mucca perchè non beviamo il latte dei topi?!?!?! TOPI??? Ma ti pare? Come si fa a mungere un topo??? E poi, se per 2 lt di latte ci vuole una mucca, quanti topi ci vorrebbero? secondo me le scoreggie non diminuirebbero comunque... bah, gente ricca e strana! ;)
    Questo il link: http://www.musiclink.it/dettaglio_v2.php?section=news_ultime&id=6321

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