Facebook 2033

Nel 2013 Facebook ha superato il miliardo di utenti.

Nel 2015 Mark Zuckerberg ha venduto il 60% del pacchetto azionario al governo americano, per 21 miliardi di dollari. Si dice che sia stato costretto a farlo, dato che Facebook ormai era diventato un asset strategico per gli Stati Uniti. Per lui fu quasi una liberazione, non ce la faceva più a gestire quella sua creatura ormai cresciuta oltre le sue capacità. Regalò il 90% dei suoi soldi alla fondazione di Bill Gates (chi lo avrebbe detto?) e si ritirò a vivere alle Hawaii, nella villa che era stata il set di un vecchio telefilm anni 80, Magnum P.I.

Nel 2016 era stato reso obbligatorio fornire un documento d'identità per registrarsi. Lo stesso hanno dovuto fare tutti gli utenti già registrati. Anche quelli fuori dagli USA. Fine degli account anonimi o di fantasia.

Nel 2017 a ogni cittadino americano è stato assegnato di default un account. Neonati compresi.

Nel 2018 il governo ha reso obbligatorio l'uso dell'account Facebook per tutte le comunicazioni ufficiali. Tasse, certificati, iscrizioni, scuola, questioni legali, sanità, tutto doveva essere fatto tramite Facebook.

Nel frattempo, blog, forum, siti aziendali, tutto stava sparendo, tutto stava confluendo in Facebook. Non aveva più senso essere fuori da Facebook. Ciò che era fuori da Facebook non esisteva. Il Web come lo avevamo conosciuto iniziò quell'anno il suo declino.

Nel 2019 un altro evento storico: per la prima volta le elezioni degli Stati Uniti si svolsero votando su Facebook. Ci fu qualche problemino, ma che volete farci, la democrazia digitale ha il suo prezzo.

Nel 2020 erano cominciate le grandi fusioni. Prima tra i social network. Facebook aveva acquistato Instagram molti anni prima. Quell'anno si fuse con Twitter e Pinterest. Nel frattempo Google aveva gettato la spugna e chiuso Google+, nonostante tutti i tentativi di promuoverlo durati anni. Competere era ormai senza senso.

Nel 2021 c'è stata un'altra fusione gigantesca: Facebook e Amazon si sono unite. In questo modo l'immenso store di Amazon è finito dentro Facebook, e l'immensa base sociale (suggerimenti, commenti, like, condivisioni) è stata applicata agli oggetti in vendita. Ovvio, a ben pensare. Strano non l'avessero fatto prima.

Questo scatenò una corsa alla fusione con moltissimi altri siti; per la fine del 2023, anche Expedia, Booking, Tripadvisor, Netflix e molti altri si erano fusi con Facebook. Persino molte banche e compagnie telefoniche, chiudendo così il cerchio tra comunicazioni, merci e pagamento delle stesse.

Il suo potere era ormai immenso, e controllava da solo l'86% del traffico mondiale. E la quasi totalità delle informazioni prodotte. Non solo, ma il governo, con la solita scusa del terrorismo, aveva reso legale il data mining massivo di ogni tipo di informazione. Nel 2023 sia la CIA che l'NSA avevano collegato direttamente i loro data center con Facebook, creando il più grande database mai concepito. E anche il nome Facebook andava sparendo, la gente non diceva più "vado su Facebook" ma "vado in Rete". Quando una cosa è dappertutto, non ha più senso nominarla.

Nel frattempo però, qualcuno cominciava a non poterne più. Qualcuno cominciava a provare sentimenti di fastidio, per usare un eufemismo,  verso questo grande fratello onnipresente. Qualcuno cominciava a riaprire gli occhi. Piccoli gruppi disorganizzati, che tornavano a popolare l'underground digitale. Reti parallele, darknet, protocolli peer to peer e decentralizzati ebbero una nuova primavera. Alcuni si spinsero perfino a utilizzare Facebook stesso per queste attività. Facebook era ormai il sistema nervoso del mondo.

Quest'era di oscurità digitale durò per un po'. Finché, nel 2029, arrivò lui. Si faceva chiamare Neo, per ovvi motivi. Diede una guida. Fece vedere la luce a quella massa di disperati che finora aveva solo fatto il solletico al mostro. Sotto il suo comando, iniziò la vera e propria lotta. Prima solo digitale, utilizzando ogni arma virtuale disponibile. Virus polimorfi, worm, bombe logiche, attacchi DDoS, ogni mezzo fu tentato. Poi si passò anche al mondo reale. Gli attentati ai data center da isolati, divennero sempre più frequenti. Qualche vittoria fu messa a segno, ma scalfì solo marginalmente l'immenso monolite. Ormai era troppo grande, ramificato ovunque, e totalmente distribuito e replicato. Non c'era nessuna testa da tagliare, nessun cuore da colpire.

Ma la gente non capiva. Non capiva perché qualcuno volesse lottare contro un sistema che non veniva percepito dalla massa come totalitario. I cyber-ribelli furono assimilati a terroristi, e come tali trattati. La repressione, virtuale e reale, fu durissima. Il governo schierò l'esercito a difesa degli immensi data center. Nel 2031 qualunque attività di rete al di fuori del sistema venne dichiarata illegale. Stessa sorte per la crittografia, che venne totalmente proibita ad esclusione di protocolli e chiavi autorizzate dal governo. Quasi tutti i gruppi che avevano cercato di opporsi vennero eliminati.

Neo sparì, e di fatto questo fu l'inizio della fine. Nel 2033, dopo due anni di latitanza passati da ricercato numero uno tra Hong Kong, Singapore e Kuala Lumpur, venne trovato morto in uno slum di Bombay. Le circostanze della morte non furono mai chiarite. Omicidio, o suicidio, non si seppe mai. Questo segnò la sconfitta definitiva. L'oscurità divenne tenebre.


 

3 commenti:

  1. che ansia zio, mi butterò su http://netsukuku.freaknet.org/?pag=faq

    lo conoscevi? cmq. io non ce l'ho l'account su fb

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  2. http://www.internazionale.it/opinioni/giovanni-de-mauro/2013/04/12/giornata/

    Oppure puoi ragionare al contrario!

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  3. Donniblog19/4/13 15:59

    Speriamo che Netsukuku sia pronto per quel momento... :-)

    Bello il pezzo su Internazionale (come sempre del resto).

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