
Il film è godibile, anche se ovviamente la sua premessa è anche il suo limite: se io mangiassi un mese in agriturismo probabilmente il risultato sarebbe simile. Nonostante ciò, è efficace nel denunciare, da un lato un'industria che ha ormai assunto dimensioni titaniche, e dall'altro lo stile di alimentazione americano che non è affatto salutare (e che ovviamente sta prendendo piede anche da noi, in onore alla globalizzazione).
Alcune cose mi hanno lasciato perplesso, come il tizio che in vita sua ha mangiato 19mila Big Mac (al ritmo di cinque o sei al giorno) e nonostante ciò è magro. Il suo segreto? Non mangia le patatine. E guarda caso le patatine sono le protagoniste di uno degli extra del DVD. Il tizio prende 4 o 5 hamburger e delle patatine e li mette dentro vasetti di vetro per vedere come si decompongono. Dopo 10 settimane, i panini sono tutti disintegrati e coperti di muffa. Le patatine sono perfette. Inquietante.
Il film mi ha stimolato una riflessione sulla nostra civiltà industriale, a partire ovviamente dal cibo industriale. In questo caso si mettono alla berlina i fast food, ma il resto del cibo industriale, è sano? La scatoletta di tonno che mi sono mangiato l'altra sera, da dove veniva? Quel tonno dove lo avranno pescato? E come? E la maionese, cosa ci hanno messo dentro? E le lasagne surgelate? E la carne? Le mucche saranno state trattate bene? E l'acqua, sarà davvero pura? E le bottiglie di plastica, a miliardi, che fine fanno?
In pratica, ci vorrebbe un Super Size Me per ogni cosa che mangiamo. E non solo. Il giubbottino che mi sono comprato un mese fa è Made in China (come quasi tutto ormai). Lo avranno fatto dei ragazzini che lavorano 16 ore al giorno in un sottoscala? E la benzina che metto nel serbatoio, da quale guerra arriva?
Ma poi, alla fine, ci interessa davvero?
Io, quando mangio da mcdonald, tiro sempre delle scorreggie allucinanti, c'erano nel documentario? Sarà colpa della carne o delle patatine?
RispondiEliminahai dimenticato la confezione XXL per le bibite!!
RispondiEliminaQuello che forse molti non sanno, e che nel film fanno vedere, i menu non sono esattamente come quelli che vendono in Italia (per nostra fortuna)