Sotto casa

Grazie ad un'anonima commentatrice (grazie!), sono venuto a conoscenza di questo bellissimo corto che rappresenta un'autentica chicca, nonché un vero colpo di genio. Descrive la difficoltà di trovare parcheggio vicino a casa, in una grande città, e di come il trovarlo ti possa cambiare la vita. Azzeccatissimi anche gli attori (lui sembra proprio il classico consulente medio con la Focus aziendale, lei la classica fighetta milanese che lavora per un'agenzia pubblicitaria).

"Sotto casa? Amore mio...
Voglio un bambino.
Che cosa?
Voglio diventare papà."

Piccolo capolavoro. Dedicato a tutti i milanesi.

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Forse avevi ragione tu. Forse non dovevo guardarlo. Però mi è piaciuto.
In tre o quattro scene, ho rivisto me stesso. Uguale. Ma uguale uguale.
Devo prendere atto che quell'unicità, non era tale.
Però la scena dell'Ikea, semplicemente geniale.
A me manca ancora il finale, però. O forse solo una parte.
Meglio non sapere. Finché potrò.

Devo cambiare una lampadina...

Cosa devi fare oggi? Niente, cambiare una lampadina. Solo che quella lampadina non è quella del salotto... è a più di 500 metri d'altezza! Guardatevi questo video di due tecnici che si arrampicano su un'antenna alta più delle torri gemelle. Salgono, salgono, salgono, e sembra non finire mai, e diventa sempre più stretta, sempre più piccola. All'inizio sono all'interno della struttura, ma poi si devono arrampicare all'esterno. E notate che spesso sono sganciati, senza il cavo di sicurezza, e anche quando lo agganciano... non è sicuro per niente! Da brividi.

(piccola) Bibliografia giapponese

Ecco una piccola bibliografia sul paese del Sol Levante, senza pretese ovviamente. Più che altro sono i libri che ho letto io... (in ordine sparso)

La guida. Cosa usare per preparare il viaggio? Su quale guida basarsi? Sul volo per Tokyo un sacco di gente aveva in mano l'onnipresente Lonely Planet. Ce l'avevo anch'io, ma credo di non averla mai usata. Ve la sconsiglio. Non perché sia fatta male, anzi. Perché è "troppa". Più di 900 pagine, 35 euro e quasi un chilo di peso. Scritta fittissima, carattere piccolo (e io ormai sono ciecato) e pochissime foto (e sapete che a me piacciono tanto le foto). Ricchissima di informazioni, ma se è la prima volta che andate in Giappone, al 99% farete il solito giro e tutte quelle info non vi servono. In più, come ci ha fatto notare il nostro vicino di posto (ce l'aveva anche lui) che senso ha una guida che ti indica dei ristoranti per esempio a Tokyo, dove ce ne sono letteralmente decine di migliaia? Avrebbe senso nel paesino sperduto, dove ci sono 4 ristoranti di cui solo uno buono. Ma a Tokyo no. Io ho usato invece la Guida Traveler del National Geographic, molto più compatta, leggera, con un sacco di foto, secondo me ben fatta e con tutte le informazioni essenziali. E la trovate a meno di 10 euro.

La lingua. Prima di partire mi hanno regalato un libricino (grazie fratello!), della serie "I frasari", sempre edito da Lonely Planet. "Capire e farsi capire in giapponese" è appunto una raccolta di frasi già pronte, adatte a varie situazioni. Per ogni frase viene riportata la scritta in ideogrammi e la pronuncia. Onestamente è inutile (tranne forse in qualche situazione di vera emergenza), il giapponese è troppo difficile, e difficilmente vi capiranno (e soprattutto voi non capirete loro). In più credo che ci sia qualche app per iPhone che fa la stessa cosa, e le frasi le pronuncia il telefono... Le prime quaranta pagine circa sono però interessanti, in quanto spiegano la struttura della lingua giapponese, e potete farvi un'idea delle sue caratteristiche e della sua complessità.

La società giapponese. Se volete approfondire la conoscenza della società giapponese, dei suoi usi e costumi e delle sue infinite sfumature (spesso di difficile comprensione per noi occidentali) potrebbe esservi utile un libro che acquistai anni fa: "Guida rapida a usi, costumi e tradizioni - Giappone", Morellini editore. Sono circa 160 pagine che parlano di un po' di tutto in maniera concisa e schematica: valori, tradizioni, religione, stile di vita, cibo, lingua, il mondo del lavoro, il tutto con uno stile piacevolmente scorrevole. Mi è piaciuto molto.

Curiosità. Vagavo in libreria e sono stato colpito da questo libro con la copertina tutta rossa. "Un geek in Giappone", di Hector Garcia, editore Panini Comics. E' molto simile al precedente in quanto ad argomenti trattati, ma con uno stile completamente diverso, molto più visuale e colorato, pieno di foto, quasi fumettoso. Si sofferma molto sugli aspetti curiosi e strani della cultura e società giapponesi. L'autore è un ragazzo spagnolo che vive in Giappone, e scrive un blog molto simpatico su questa sua esperienza (www.kirainet.com). Il libro di fatto è nato dai post del blog. Molto molto carino, consigliatissimo (anche il blog!).

Meridiani. Qualche mese fa è uscito un numero di Meridiani dedicato al Giappone. Parla di vari aspetti della cultura e società giapponesi, nel solito stile della rivista, raffinato e un po' altero. Anche le foto sono molto belle (escluse quelle in HDR, inguardabili). E in più potete leggerlo anche senza un ordine prestabilito (per quelli a cui non piace leggere dall'inizio alla fine).

Cibo. A un certo punto mi è venuto il trip della cucina giapponese, ovviamente. E allora mi sono preso un bel libro sul sushi. "Sushi Sashimi. L'arte della cucina giapponese", Giunti Editore. L'ho scelto a caso in libreria, non so dirvi se sia buono o no. Non è che spiega proprio le ricette, più che altro fa una panoramica dei vari piatti. Però la cucina giapponese è fatta anche di altro, ma all'estero conosciamo quasi solo sushi e sashimi (e a me, ad essere onesto, piacciono quasi solo quelli). Mi piacerebbe approfondire ma è difficile anche quando siete là...

Tokyo. Mi piace prendere un libro ricordo delle città che visito. A Tokyo non lo avevo fatto. Ho rimediato poi. Tokyo Megacity è un libro meraviglioso, tutto dedicato a questa scintillante megalopoli. C'è solo in inglese (e giapponese), ma non è un problema, dato che è uno di quei libroni fotografici che si sfogliano per le fantastiche immagini che contengono. E qui ce ne sono davvero tante, bellissime. Ogni capitolo un quartiere, e oltre a quelli più famosi ce ne sono alcuni dedicati a quelli meno noti. Comunque un gran bel libro.

Giappone. Luci e ombre della terra del Sol Levante. Infine l'ultimo acquisto, che fa il paio con il precedente come stile (libro fotografico) ma in questo caso gli autori sono italiani. E hanno creato un'opera di un certo peso (2,3 kg sulla bilancia!). Si sofferma molto più sui modi, piuttosto che sui luoghi. Fotografie molto belle, anche se a essere onesto alcune non sono tecnicamente perfette. Comunque farà la sua figura nella vostra biblioteca.

Analogie

Lavorare sui proxy è una fregatura, per due motivi. Primo, hai a che fare con Internet, che è un universo sempre in cambiamento, e che non puoi controllare. Secondo, hai a che fare direttamente con l'utonto finale, per cui frasi come "il sito non funziona / è lento / mi sembra che ieri fosse diverso" sono all'ordine del giorno. Un po' come fare il pediatra. Il pediatra è una fregatura, per due motivi. Primo, i bambini sono dei pessimi pazienti (non ti possono spiegare cos'hanno che li fa stare male). Secondo, hai a che fare con i genitori dei bambini all'alba del terzo millennio, il che è probabilmente anche peggio.

Le VPN invece, come dico spesso, o ti vengono al primo colpo, oppure richiedono ore di prove prima di farle funzionare (specialmente se quello dall'altra parte ci capisce poco). Come un certo tipo di sesso. O ti viene subito, o lascia perdere (riprova al prossimo giro).

Eclettico


"Io passo da un concerto al Conservatorio a Jersey Shore..."

Il Donni - conversazione privata

Photoshow 2011

Anche quest'anno ho fatto il consueto giro al Photoshow; edizione più o meno come al solito, anche se la crisi si è fatta sentire e gli stand con set dove fotografare qualcosa o qualcuno di decente erano davvero pochi. Comunque mi sono divertito per un  "episodio collaterale" inaspettato che non posso citare qui, ma sul quale abbiamo poi ricamato per mesi :-)

Alla fine mi sono concentrato quasi esclusivamente sull'uomo lucertola (!) e su questa bellissima modella che i miei amici hanno anche pensato di tampinare mentre stava andando via dallo stand (e lei è stata anche molto gentile).

Nel frattempo ho ripreso a fare workshop, per cui... prima o poi arriveranno anche delle foto decenti.


Notizia fondamentale. Mi sento rassicurato.

"Dopo la fine della storia d'amore con Luca Marin, Federica Pellegrini ha deciso di cancellare anche il tatuaggio a lui dedicato, e cioè la scritta Balù sulla caviglia destra, come rivela il suo tatuatore di fiducia. Tatuaggio subito sostituito perché quest'estate in vacanza a Jesolo la Pellegrini e il nuovo fidanzato, Filippo Magnini, si sono fatti disegnare due nuovi tattoo: lei un teschio messicano sul braccio, lui un piccolo Calimero. E i tatuaggi della Pellegrini sono sempre otto."
Cristina Parodi - TG5, 18 sett. 2011, edizione delle 20

Commodity

Vi siete mai chiesti perché Windows costa un botto di soldi, e invece Mac OS X poche decine di euro (attualmente 23,99 euro per passare a Lion)? Facile, per Microsoft l'OS è uno dei suoi core business, per Apple no. Per Apple il suo OS è semplicemente una commodity. Semplicemente un pezzo del suo vasto ecosistema, un ingranaggio. Non è con Mac OS X che Apple fa i soldi, ma, guardando uno degli ultimi bilanci, con la vendita di iPhone/iPad e di canzoni su iTunes e di app sull'App Store. E il sistema operativo che gira sulle sue macchine diventa funzionale a tutto questo, e nulla di più. Non è più importante IL sistema operativo in sé, ma quello che ti permette di fare.

Apple in questi anni ha inventato un business completamente nuovo, un mercato che non c'era. Io, pur non amandola troppo per via di una certa arroganza che ormai fa capolino quà e là, non posso fare altro che ammirare una tale lungimiranza e strategia visionaria.

Fresca e protetta

Avete mai fatto caso che in tutte le pubblicità di assorbenti e roba intima per donne riecheggiano sempre queste due parole? Fresca e protetta.

Adesso io non pretendo di capire, facendo parte dell'altra metà del cielo. Però sul fresca ci posso arrivare anche io. Va bene. Ma il protetta? Protetta da cosa? Da chi? Forse che in quei giorni c'è qualcuno che va in giro a infilzarle o prenderle a bastonate (lo so che qualcuno di voi sarebbe anche contento)? Spiegatemi.

Ho provato a chiedere a Google, inserendo come chiave di ricerca (ovviamente) "fresca e protetta". Tra i primi 10 risultati sono uscite pagine su centri estetici, borse termiche, creme solari per neonati, igiene intima in gravidanza, un albergo a Cervia, cosmetici, come scegliere l'acqua giusta, e una centralina modificata per la Lotus Elise (!). No, non ci siamo.

E l'altro giorno ero con la tv accesa di sottofondo, mentre facevo altro. A un certo punto sento le due parole magiche, alzo lo sguardo aspettandomi la solita pubblicità di una che si lancia col paracadute, e un'altra che mette l'assorbente sulle bocchette di aerazione dello scompartimento del treno (ve la ricordate? ne parlò anche la Littizzetto). E invece no: stavolta è Filippa Lagerback che fa la pubblicità delle cicche. "Perché io voglio sentirmi fresca e protetta anche fuori casa!". Ah si? Certo, la cicca rinfresca l'alito tipo metano (citazione), ma il protetta? Protetta da cosa? Anzi, forse la cicca se non la mangi per i denti è anche meglio...

Un giorno capirò, nel frattempo scusatemi (non ho l'aria condizionata, il caldo di questi giorni mi ha ispirato questi post...).

MI-BO

Non amo molto guidare, e tanto meno quando la strada è tutta dritta per 200km. Come sulla Milano-Bologna, sulla quale rischio di addormentarmi ogni volta. L'unica cosa che mi piace è il fatto che per un lungo tratto la linea ferroviaria dell'alta velocità costeggia l'autostrada, e ogni tanto passa un Frecciarossa. Compare all'improvviso e in pochi secondi sparisce all'orizzonte. Tu stai andando a 130 (velocità Tutor) e lui in pochi attimi ti lascia lì, come se fossi fermo, e se ne va leggiadro fendendo l'aria.

Ovviamente il mio pensiero corre subito agli stupendi Shinkansen giapponesi. Sei lì che passeggi bello tranquillo per Tokyo, come al solito circondato da un dedalo di palazzi, strade, sopraelevate, tunnel, dalla configurazione non sempre chiara al colpo d'occhio. Non sai se su quella sopraelevata passa una strada o dei binari. E all'improvviso compare dal nulla una sagoma bianca, liscia, geometrica. E' uno Shinkansen, magari un N700, che è appena partito o sta arrivando in città. Procede piano, si divincola tra i palazzi, ti passa a fianco silenzioso, pronto a scatenare tutta la sua velocità di lì a pochi minuti. La foto sopra (fonte: http://www.kirainet.com/english/shinkansen-crossing-tokyo) probabilmente dice tutto meglio di queste mie parole.

Che devo fare, la giapponesite non mi passa...

E tu, in che parte della curva sei?

La distribuzione normale, o curva gaussiana, è usata in statistica per descrivere molti fenomeni naturali, che tendono a distribuirsi con una forma a campana intorno a un valore centrale. Che so, pensate all'altezza, al numero di scarpe, al peso, all'intelligenza... Un numero alto di campioni verso il centro e poi via via meno verso le code.

Ovviamente si applica anche ai fenomeni sociali: il periodo di ferie, la frequenza con cui andate al ristorante, quante volte fate sesso, quante volte il bambino si mette a piangere durante la notte (questo parametro è collegato con il precedente!) e via così. In questo caso la definizione non è proprio corretta, in quanto sotto lo zero non si può andare, però rende l'idea... che so, la media è andare al ristorante 4 volte al mese, qualcuno non ci andrà mai (e meno di così è impossibile), qualcuno ci andrà tutti i giorni (e più di così è impossibile), per cui la curva potrebbe essere un po' asimmetrica. Però avete capito.

Ognuno di noi inoltre fa parte di infiniti insiemi: uomini e donne, giovani e vecchi, sposati e non, con figli e non, lavoratori e non, quelli a cui piace la musica e quelli a cui piace solo il rock anni 70, quelli a cui piacciono i film e quelli che guardano solo fantascienza... Infiniti insiemi.

Per cui da un po' mi chiedo: ma io, rispetto a questo insieme X, in che parte della curva sono? Al centro o nelle code? E soprattutto, dove sarebbe meglio stare, al centro (e quindi con la massa) o nelle code (fuori dalla massa)? Dipende dall'insieme, ovviamente (ma ultimamente pendo più dalla parte della massa).

Tutti amiamo pensare di essere unici e di poterci distinguere, ma la verità (dato che la statistica non è un'opinione) è che anche noi (anche io, anche tu) facciamo parte, con buona probabilità, della tanto vituperata massa. Almeno per un tot di insiemi. Adeguati alla massa e vivi felice, mi verrebbe da dire.

Chissà se, paradossalmente, per un numero N di insiemi, la nostra posizione nella curva per ognuno di essi, considerati tutti insieme, a sua volta si distribuisce come una gaussiana...

Siete perplessi? Anche io... (sarà il caldo di questo fine agosto).

Investimenti

"Se ho 2000 euro me li ballo al gratta e vinci..."

F.B. (detto Sciambola)

Giungono voci


"Giungono voci di infiorata con le zucchine..."

Ma sono rimasti tutti a casa?

Avevo già fatto un post sul fatto delle ferie scaglionate 3 anni fa. Ma ogni anno è sempre peggio. Venerdì scorso (5 agosto) non ho trovato posto sotto casa mia. Sarà la crisi, sarà che ormai tutti fanno le ferie da giugno a settembre, ma ormai esclusa la settimana di ferragosto a Milano c'è la stessa gente del resto dell'anno.

Io sinceramente preferivo prima. Tutto il mese la città si svuotava e se restavi te la godevi. Se andavi in ferie fuori periodo, pagavi poco e non c'era folla. Se andavi ad agosto, mettevi  in conto le tue 12 ore per fare Milano-Rimini e pace. Adesso in città c'è casino sempre (e code assicurate), e se vai in ferie a luglio ci trovi quasi più gente che ad agosto. E anche i prezzi ne hanno risentito, ormai tra questi due mesi la differenza di prezzo si è assottigliata.

Chiudo con un bel luogo comune: si stava meglio quando si stava peggio (e non ci sono più le mezze stagioni).